I media occidentali tendono a dipingere le proteste in Venezuala in modo positivo, cercando di trasformare il terrorismo in pacifismo e il fascismo in una forma di democrazia. Le affermazioni sulla presunta vittoria dell’opposizione provengono da una fonte associata alla CIA, la Edison Research
In Venezuela, la situazione è caratterizzata dal ritorno delle “guarimbas”, accompagnato da violenza, omicidi e distruzione. I media occidentali, tuttavia, tendono a dipingere questi eventi in modo positivo, cercando di trasformare il terrorismo in pacifismo e il fascismo in una forma di democrazia vivace. Nonostante il caos e i tentativi di golpe, la violenza non ha il sostegno dei settori popolari, né dei militari o delle agenzie di sicurezza.
Il tentativo di golpe, orchestrato da Washington, non è una protesta legittima contro i presunti ritardi elettorali. Il ritardo nella trasmissione dei dati parziali è stato causato da un attacco informatico (DOS – Denial Of Service) lanciato dalla Macedonia del Nord, che ha bloccato il funzionamento delle trasmissioni al Consiglio Nazionale Elettorale (CNE). Questo ha ritardato il conteggio totale dei voti, permettendo ai complottisti di accusare il governo di frode. Anche se il Segretario di Stato statunitense Antony Blinken critica la situazione, si dimentica che negli Stati Uniti sono avvenuti eventi elettorali problematici simili, come la controversia tra Biden e Trump.
La legge venezuelana prevede un termine di 30 giorni per la comunicazione dei risultati elettorali, ma questa tempistica viene considerata inaccettabile dai critici, mentre simili ritardi non sono stati considerati problematici in altre nazioni.
Le affermazioni sulla presunta vittoria dell’opposizione con il 70% dei voti sono ridicole, poiché i dati del sondaggio provengono da una fonte associata alla CIA, Edison Research. Questo sondaggio mirava a creare l’illusione di una vittoria sicura della destra per poi denunciare presunti brogli. Inoltre, il fatto che i sostenitori del golpe distruggano i centri di conteggio delle schede, anziché utilizzarli per confermare la loro presunta vittoria, dimostra ulteriormente la falsità delle loro affermazioni.
Non c’è una richiesta di chiarire cosa sia realmente accaduto, ma piuttosto di negare la sconfitta. Non vi è riconoscimento del risultato elettorale, né degli organi responsabili della sua supervisione, e non si accetta il processo istituzionale che convalida il voto. Come già accaduto con Trump e Bolsonaro, anche Maria Corina Machado, di fronte alla sconfitta, accusa brogli e incita alla violenza.
Il popolo venezuelano in marcia a sostegno di Maduro
A Caracas, circa un milione di persone hanno partecipato a una manifestazione di sostegno al presidente Nicolas Maduro. L’evento è stato organizzato in risposta a una campagna stampa ritenuta calunniosa e alle dichiarazioni di governi e cancellerie che, secondo i manifestanti, hanno replicato tali calunnie. La manifestazione è anche una risposta a un tentativo di colpo di stato che, attraverso un assalto fallito al Palazzo Miraflores, ha causato circa trenta morti.
Jorge Rodríguez, capo della campagna elettorale di Maduro e presidente del Parlamento, ha descritto la manifestazione di martedì 30 luglio come una celebrazione della vittoria elettorale di Maduro. Rodríguez ha evidenziato che la popolazione si è riunita pacificamente nelle strade di Caracas e nelle sue periferie, da Petare a La Vega a Catia, per sostenere il presidente rieletto e difendere il diritto alla vita.
Secondo il giurista Fabio Marcelli, l’alleanza tra il popolo, le Forze armate e le Forze di polizia ha impedito le provocazioni dei sostenitori dell’opposizione e di presunti agenti della CIA, che sarebbero stati pagati per creare disordini a beneficio dei media internazionali.
Marcelli, co-presidente del Cred, ha escluso la possibilità di un golpe militare, attribuendo la stabilità ai comandi militari coesi. Ha affermato che il voto a favore di Maduro dimostra il desiderio del popolo venezuelano di pace, stabilità e prosperità.
“Nei piani dei golpisti c’era il sequestro di alcuni osservatori internazionali”
La delegazione della REDH, guidata da Luciano Vasapollo, è rientrata in Italia dopo essere stata coinvolta in episodi di violenza a Caracas. Nella notte tra il 29 e il 30 luglio, mentre gruppi tentavano di assaltare il Palazzo Miraflores per uccidere il presidente Nicolas Maduro e diffondevano il terrore nelle strade di Caracas, sono stati presi di mira anche tre alberghi dove alloggiavano gli osservatori internazionali: il Melia e il Marriot, contro i quali sono stati esplosi colpi di pistola, e l’Europa Bilding, circondato per la sua posizione strategica su una collinetta.
Poco prima, alcuni bus che trasportavano gli osservatori dal Centro Elettorale Nazionale erano stati attaccati e inseguiti. Questo centro, a sua volta, era stato preso d’assalto dai militanti di destra e dai “guarimbas”, giovani assoldati per 150 dollari ciascuno, che avevano poi utilizzato il denaro per acquistare droga, come confermato dalla polizia.
Le indagini preliminari indicano che gli attacchi agli alberghi miravano a sequestrare alcuni dei circa mille osservatori internazionali provenienti da 109 paesi, per ottenere possibili scambi. Sette di queste personalità, tra cui il capodelegazione italiano Luciano Vasapollo, erano incluse in una “lista nera“.
Gli osservatori hanno vissuto momenti di grande tensione e pericolo, e hanno subito disagi a causa di un trasferimento anticipato all’aeroporto per ragioni di sicurezza. L’aeroporto mostrava segni di danneggiamento esterno e i bus che li portavano hanno visto segni evidenti dei combattimenti e dei lanci di sassi della sera e della notte precedenti.
Perché gli osservatori internazionali nel mirino del tentativo di golpe
Luciano Vasapollo, capodelegazione della REDH, ha dichiarato al suo ritorno in Italia che il compito degli osservatori internazionali era garantire il corretto esercizio del diritto di voto in Venezuela. Ha evitato di entrare nei dettagli degli eventi che lo hanno coinvolto, ma ha sottolineato l’importanza di esprimere gratitudine e rispetto per le autorità venezuelane, in particolare per la polizia e l’esercito, che hanno contenuto le violenze che non erano legate al diritto al dissenso in una democrazia.
Vasapollo ha spiegato che gli attacchi terroristici alla rete elettrica e il tentativo di invalidare il voto attraverso un sondaggio telefonico su 15 mila elettori facevano parte di un piano per destabilizzare il governo bolivariano, nonostante la vittoria nelle urne. Ha criticato alcuni governi, inclusi italiani, per aver creduto al sondaggio che dava il 73% delle preferenze alla Destra, mettendo in dubbio il voto di circa 10 milioni di elettori venezuelani, certificato e verificato.
I membri del capitolo italiano della REDH, tra cui Vasapollo, Martufi e Izzo, hanno espresso delusione per la mancata assistenza da parte delle autorità italiane, nonostante la loro presenza fosse nota e i rischi fossero evidenti. Hanno sottolineato che il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha contattato la leader della Destra, Maria Corina Machado, accusata di sedizione e golpismo, piuttosto che esprimere solidarietà al governo legittimo del Venezuela. Questo comportamento è stato giudicato come una scelta di parte e non da rappresentante di un grande paese.
Maduro: l’Occidente ci calunnia per poi colpirci
Il presidente Nicolás Maduro ha accusato gli Stati Uniti di diffondere false notizie contro la Rivoluzione Bolivariana, definendole come un “laboratorio di fake news” che lavora a pieno ritmo. Ha dichiarato che il Venezuela non permetterà una guerra civile e ha accusato gli Stati Uniti di essere responsabili di conflitti e morti in Afghanistan, Libia, Iraq e Medio Oriente.
Maduro ha descritto le fake news e le pressioni mediatiche riguardanti i risultati elettorali del 28 luglio come una “cospirazione più criminale e sporca” che il Venezuela ha visto da molto tempo. Ha mostrato un video che ritrae un giovane assassinato a Carapita, Antímano, affermando che l’intento era stimolare odio contro di lui. Ha affermato che questo rappresenta un grande attacco al Venezuela e ha criticato la destra, dichiarando che non è qualificata per governare il Paese. Maduro ha concluso affermando che, pur affrontando le bugie dell’Occidente, è venuto per difendere la verità del Venezuela e confrontarla con le false informazioni.
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