Scambio di prigionieri tra Russia e Stati Uniti

Ad Ankara, in Turchia, si è svolto un grande scambio di prigionieri tra Stati Uniti, Russia e vari paesi europei. Sono stati liberati il giornalista statunitense Evan Gershkovich e l’ex marine statunitense Paul Whelan, accusati di spionaggio dal governo russo. In cambio, la Russia dovrebbe ottenere la liberazione di persone detenute negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei

Scambio di prigionieri tra Russia e Stati Uniti

Ad Ankara, in Turchia, si è svolto un grande scambio di prigionieri tra Stati Uniti, Russia e vari paesi europei, definito “il più complesso nella storia statunitense” da Politico. Sono stati liberati il giornalista statunitense Evan Gershkovich e l’ex marine statunitense Paul Whelan, accusati di spionaggio dal governo russo. In cambio, la Russia dovrebbe ottenere la liberazione di persone detenute negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei.

Lo scambio, coordinato dai servizi segreti turchi (MIT), ha riguardato in tutto 26 prigionieri arrivati all’aeroporto di Ankara con sette aerei diversi. Una volta atterrati, sono stati spostati in una località sicura per controlli medici e di sicurezza, prima dello scambio vero e proprio.

Evan Gershkovich, 32 anni, era il corrispondente dalla Russia per il Wall Street Journal. Era stato fermato dai servizi segreti russi mentre lavorava a un articolo sulle operazioni del gruppo di mercenari russi Wagner, diventando il primo giornalista statunitense arrestato in Russia dai tempi della Guerra fredda. Dopo oltre un anno di detenzione preventiva nella prigione di Lefortovo a Mosca, lo scorso giugno era stato incriminato e condannato a 16 anni di carcere per aver “raccolto informazioni segrete”. Le accuse contro di lui sono considerate false e pretestuose.

Paul Whelan, 54 anni, è cittadino di quattro diversi paesi (Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Irlanda) ed ex marine. Era stato arrestato il 28 dicembre 2018 in un albergo di Mosca, dove aveva detto di trovarsi per un matrimonio. I servizi segreti russi avevano sostenuto che fosse in possesso di una chiavetta USB contenente informazioni riservate. Due anni dopo era stato condannato a 16 anni di carcere, in un processo svolto completamente in russo, in modo segreto e senza le necessarie garanzie per la difesa.

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