Dal 2019 al 2022, in Italia, sono stati uccisi quasi 2 milioni di animali per fini sperimentali

Secondo i dati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n.158 del 08-07-2024 e visionati dalla Lega Antivivisezione (LAV), dal 2019 al 2022 sono stati soppresse quasi 2 milioni di animali nei laboratori in Italia

Dal 2019 al 2022, in Italia, sono stati uccisi quasi 2 milioni di animali per fini sperimentali

Dal 2019 al 2020, in Italia, sono stati uccisi quasi 2 milioni di animali per fini sperimentali. Secondo i dati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n.158 del 08-07-2024 e visionati dalla Lega Antivivisezione (LAV), dal 2019 al 2022 sono stati soppresse quasi 2 milioni di animali nei laboratori in Italia. La media annuale supera i 482mila individui utilizzati e uccisi per fini sperimentali.

Preoccupante il ricorso ai cani, specie particolarmente protetta, con ben 2.323 cani uccisi dal 2019 al 2022. Inoltre, 1.579 scimmie sono state impiegate nei test, nonostante i limiti normativi e le comprovate vicinanze comportamentali con l’uomo. Solo 16 di queste provenivano da allevatori registrati nell’Unione europea, come richiesto dalla Direttiva dell’Unione europea, mentre tutti i restanti sono stati importati da Paesi noti per caccia illegale e devastazione delle aree boschive.

Dei 1.933.726 animali uccisi ai fini della sperimentazione, solo il 28% è usato per fini regolatori, cioè per rispondere a obblighi di legge. Inoltre, 5.017 animali sono ancora utilizzati per l’istruzione e la formazione, nonostante sia vietato in Italia utilizzare procedure didattiche su animali, con deroga solo per l’alta formazione universitaria. Oltre il 50% degli animali viene impiegato per gli esperimenti più dolorosi.

Secondo la LAV, il sistema utilizza e uccide centinaia di migliaia di animali ogni anno, oltretutto per dati non predittivi, in quanto oltre il 95% della sperimentazione animale fallisce se applicata all’uomo. È urgente una transizione della ricerca biomedica verso tecnologie basate su modelli human-based, non solo per salvare gli animali, ma anche per comprendere e curare le malattie che affliggono l’uomo.

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