Stupro di Palermo: le foto dei 7 indagati diffuse sui social

Dopo l’arresto di sette giovani coinvolti nello stupro di gruppo avvenuto a Palermo, nomi e foto dei sospettati sono stati diffusi, portando a insulti e minacce nei loro confronti, oltre che verso i loro familiari


21 AGOSTO 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – Dopo la notizia dell’arresto di sette giovani coinvolti nello stupro di gruppo avvenuto a Palermo il 7 luglio scorso, i nomi e le foto dei sospettati sono stati diffusi sui social, portando a insulti e minacce nei loro confronti, oltre che verso i loro familiari. Questo ha innescato la preoccupazione di una possibile spedizione punitiva contro di loro.

Alcuni utenti sui social media hanno minacciato vendetta, dichiarando: “Ci penseremo noi a fare giustizia”. La rabbia online sembra essere stata scatenata in parte dalle azioni stesse dei sette indagati, che avevano diffuso il video dell’aggressione con commenti sconvolgenti, come “Eravamo cento cani sopra una gatta, una cosa così l’avevo vista solo nei video porno”.

Anche alcune figure pubbliche, come il cantante Ermal Meta, hanno partecipato alla condanna sui social, scrivendo: “Lì in galera, se mai ci andrete, ad ognuno di voi ‘cani’ auguro di finire sotto cento lupi”.

La rabbia online si è estesa anche ai familiari degli indagati. Alcuni utenti hanno preso di mira la madre di uno dei giovani, che aveva utilizzato un termine dispregiativo per riferirsi alla giovane vittima nelle intercettazioni.

Tra i commenti più estremi ci sono quelli che invocano la “pena di morte” e minacce dirette contro gli indagati. Alcuni hanno dichiarato di cercare attivamente i sette giovani per infliggere una punizione.

Oggi, tre dei sette giovani arrestati saranno interrogati dal giudice per l’istruttoria preliminare. Dovranno cercare di difendersi e spiegare cosa è accaduto la notte del 7 luglio, quando la giovane di 19 anni è stata violentata da un gruppo di giovani dopo essere stata fatta ubriacare.

Le indagini hanno evidenziato prove significative contro i sospettati, compresa la denuncia della vittima, i referti medici e le immagini delle telecamere di sorveglianza che hanno catturato il tragitto dal locale notturno fino al luogo dell’aggressione.

Un ulteriore aspetto dell’indagine riguarda i telefoni cellulari dei sospettati, con alcune intercettazioni che suggeriscono che alcuni telefoni siano stati nascosti o persino seppelliti per eliminare prove compromettenti.

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