Rifiuti esportati illegalmente in Tunisia e riportati in Campania bruciati in un incendio

Un incendio ha distrutto oltre seimila tonnellate di rifiuti stoccati in un’area militare di Persano, nel comune di Serre (Salerno). Rifiuti difficilmente riciclabili al centro di un’indagine per traffico illecito tra Campania e Tunisia

Rifiuti esportati illegalmente in Tunisia e riportati in Campania bruciati in un incendio

Nel tardo pomeriggio di martedì, un incendio ha distrutto oltre seimila tonnellate di rifiuti stoccati in un’area militare di Persano, nel comune di Serre, provincia di Salerno. Questi rifiuti erano al centro di un’indagine avviata nel 2020 per traffico illecito tra la Campania e la Tunisia. Si trattava di rifiuti indifferenziati, difficilmente riciclabili, la cui importazione è vietata dalla legislazione tunisina e dalle convenzioni internazionali. Nel 2020, i container partiti da Salerno furono bloccati dalle autorità doganali tunisine perché non conformi agli accordi internazionali. Nel 2022, furono riportati in Italia e stoccati nell’area di Persano.

La spedizione avvenne grazie a un accordo tra la società italiana Sra, Sviluppo Risorse Ambientali, e un’azienda tunisina, la Soreplast, al prezzo di 48 euro per tonnellata importata. Secondo inchieste giornalistiche tunisine, furono esportati in Tunisia prima 70 container con circa 1.900 tonnellate di rifiuti, depositati nell’impianto della Soreplast di Moureddine, dove si sviluppò un incendio a fine 2020; altri 212 container furono invece depositati nel porto di Sousse.

La Soreplast, fondata nel 2009 da Mohamed Moncef Noureddin, era una società fantasma chiusa nel 2012 per falsificazione di documenti, ma riaperta nel 2019 grazie ai contratti con la Sra. L’inchiesta tunisina portò all’arresto di vari funzionari, tra cui l’ex ministro dell’Ambiente Mustapha Larou, accusato di corruzione, e la console tunisina a Napoli, Beya Ben Abdelbaki.

L’indagine rivelò che i container dall’Italia erano classificati come “rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti urbani”, ma in realtà contenevano rifiuti indifferenziati e materiali sanitari pericolosi. Questo trasferimento violava sia la Convenzione di Basilea del 1989 che la Convenzione di Bamako. La Soreplast dichiarò falsamente che la spedizione conteneva solo imballaggi in plastica non pericolosi.

Nel febbraio 2022, i rifiuti furono riportati in Italia e stoccati a Persano. La Ecoambiente di Salerno coprì i costi di trasporto e stoccaggio, in attesa di rivalersi sulla Sra, che non ha mai accettato le conseguenze economiche. La Regione Campania annunciò che i rifiuti sarebbero rimasti a Persano per 4-6 mesi, ma il sequestro ne impedì lo smaltimento fino a martedì, quando furono dissequestrati. La coincidenza con l’incendio ha sollevato sospetti di dolo, con il vicepresidente della Campania Fulvio Bonavitacola che ha parlato di “atto palesemente doloso”.

L’incendio ha coinvolto anche i tecnici dell’Arpac, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, per verificare la tossicità della nube sprigionata. Le operazioni di spegnimento sono durate tutta la notte e i campionamenti dell’aria hanno interessato anche i comuni vicini. Il comune di Eboli ha raccomandato agli abitanti delle zone più vicine di tenere le finestre chiuse.

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