Le grandi potenze mondiali stanno aumentando i loro arsenali nucleari, con la Cina in testa. Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che le testate nucleari dell’Alleanza sono operative, rispondendo alla crescente minaccia di Russia e Cina.
Un recente rapporto SIPRI ha evidenziato che le spese per gli arsenali atomici sono aumentate del 13%, con gli Stati Uniti al primo posto, seguiti da Cina e Russia. Le esercitazioni della Russia con armi nucleari tattiche e la risposta della NATO, che sta considerando di schierare più armi nucleari, mostrano un’escalation delle tensioni globali. Stoltenberg ha dichiarato che, pur aspirando a un mondo senza armi nucleari, la NATO rimarrà un’alleanza nucleare finché paesi come Russia, Cina e Corea del Nord continueranno a possedere armi atomiche.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito le parole di Stoltenberg come un’ulteriore escalation della tensione. La Cina, secondo Stoltenberg, mira a possedere 1000 testate nucleari entro il 2030. Le potenze nucleari stanno investendo sempre più per modernizzare i loro arsenali e rafforzare la deterrenza nucleare.
Il report dell’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Ican) indica che la spesa globale per le armi nucleari ha raggiunto 91,4 miliardi di dollari nel 2023, con un aumento di 10,7 miliardi rispetto all’anno precedente. La Cina è il secondo paese per spesa con 11,9 miliardi di dollari, dopo gli Stati Uniti con 51,5 miliardi. La Russia è al terzo posto con 8,3 miliardi di dollari, seguita dal Regno Unito (8,1 miliardi) e dalla Francia (6,1 miliardi).
Secondo l’istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (SIPRI), a gennaio 2024, l’inventario globale di testate nucleari era di 12.121, di cui 9.585 attive e pronte a essere schierate. Gli Stati Uniti e la Russia possiedono circa il 90% di tutte le testate nucleari, con la Russia che ne ha 4.380 e gli Stati Uniti 3.708.