E’ poco probabile che la Russia prenderà in carico questa responsabilità. Al contrario, l’Occidente, guidato dagli Stati Uniti, insieme alla Cina, sembrano essere i principali attori interessati a sostenere la ricostruzione
3 LUGLIO 2023 – FONTEUFFICIALE – BREAKING NEWS – La ricostruzione dell’Ucraina dopo oltre un anno di guerra e devastazione rappresenta una sfida economica enorme. Nonostante le atrocità umane commesse durante il conflitto, i calcoli che vengono fatti riguardo alla ricostruzione sono spietatamente realistici e si concentrano sui numeri e sul denaro necessari per affrontare questa impresa.
L’Occidente, guidato dagli Stati Uniti, ha già speso miliardi di dollari per sostenere la resistenza ucraina, creando un affare per le imprese statunitensi che hanno fornito armi e supporto. Si stima che solo nell’arco di un anno, da febbraio 2022 a febbraio 2023, siano stati spesi oltre 100 miliardi di dollari, senza contare donazioni e investimenti privati. Questi costi non includono nemmeno le spese sostenute per l’accoglienza e gli aiuti umanitari ai rifugiati ucraini. Quindi, quanto costerà ricostruire l’Ucraina dopo l’invasione russa?
L’economia ucraina è stata duramente colpita dalla guerra. Il paese ha sempre puntato sull’export, soprattutto di prodotti agricoli come i cereali. Tuttavia, a causa del conflitto e del blocco dei traffici commerciali attraverso il Mar Nero, le esportazioni verso altri paesi sono scese dal 83% al 48% del PIL. Al contrario, l’interscambio con l’UE e la Moldavia, gli unici partner accessibili per l’Ucraina in questo momento, è aumentato dal 40% al 70%. Inoltre, la guerra ha causato danni considerevoli alle infrastrutture ucraine. Secondo Limes, i danni materiali ammontano a quasi 140 miliardi di dollari, con abitazioni (38%), reti di trasporto (26%), ospedali e scuole (9%) che risultano i settori più colpiti.
Secondo un report congiunto della Banca Mondiale, delle Nazioni Unite e della Commissione Europea, il costo totale della ricostruzione dell’Ucraina supera i 411 miliardi di dollari, anche se si tratta di una stima conservativa che tende ad aumentare man mano che continuano i combattimenti e il governo ucraino contraggia ulteriori debiti con paesi esteri. Il governo di Kiev ha invece stimato la ricostruzione post-bellica in oltre 750 miliardi di dollari, prevedendo 850 progetti per ristabilire il paese.
Le principali spese di ricostruzione riguardano il ripristino delle infrastrutture di trasporto (oltre 92 miliardi di dollari), la ricostruzione di edifici e alloggi (70 miliardi), impianti energetici ed estrattivi (47 miliardi) e il settore sociale e dei mezzi di sussistenza (42 miliardi). Altri settori importanti includono l’agricoltura (30 miliardi), il commercio e l’industria (oltre 23 miliardi) e la gestione dei rischi delle mine (oltre 38 miliardi). La ricostruzione del settore sanitario richiederà 16 miliardi di dollari, quello dell’istruzione 11 miliardi e delle risorse idriche 9 miliardi. Ci sono anche altri settori che richiedono investimenti significativi come servizi igienici, banche e finanza, cultura e turismo. Inoltre, le singole amministrazioni locali sono carenti di fondi per oltre 6 miliardi di dollari, mentre le telecomunicazioni e il settore digitale necessitano di 5 miliardi di dollari.
Riguardo a chi si occuperà della ricostruzione dell’Ucraina, è poco probabile che sia la Russia, l’aggressore stesso, a prendere in carico questa responsabilità. Al contrario, l’Occidente, guidato dagli Stati Uniti, insieme alla Cina, che è il maggior partner commerciale dell’Ucraina a livello globale, sembrano essere i principali attori interessati a sostenere la ricostruzione. Sin dai primi mesi dell’invasione, gli Stati Uniti hanno elaborato un progetto di ricostruzione simile al Piano Marshall che ha aiutato l’Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, gli analisti ritengono che la situazione attuale sia molto diversa da quella del dopoguerra e che l’America non sia più in grado di risolvere da sola i problemi globali come un tempo. L’investimento richiesto per la ricostruzione dell’Ucraina è enorme e anche gli Stati Uniti, nonostante siano ancora una superpotenza, affrontano sfide interne e una concorrenza internazionale significativa.
Anche l’Italia ha mostrato interesse nel partecipare alla ricostruzione dell’Ucraina. Circa 600 aziende italiane sono pronte a partecipare a progetti nei settori delle infrastrutture e dei trasporti, energia e ambiente, agroindustria, salute e riabilitazione, digitale e servizi, spazio e avionica, e industria metallurgica.
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