Il governo ha introdotto un nuovo schema di agevolazioni fiscali mirate a incoraggiare le imprese che hanno deciso di spostare la propria attività all’estero a fare ritorno in Italia
Recentemente, il governo ha introdotto un nuovo schema di agevolazioni fiscali mirate a incoraggiare le imprese che hanno deciso di spostare la propria attività all’estero, in particolare verso paradisi fiscali, a fare ritorno in Italia.
Questa iniziativa, conosciuta come “reshoring“, implica la volontà di un’azienda di spostare totali o parzialmente le proprie operazioni produttive o forniture in un Paese diverso da quello in cui erano inizialmente localizzate. Questa strategia viene ora incentivata in Italia, permettendo di ridurre del 50% l’imponibile Ires o Irpef, a seconda delle circostanze, così come l’Irap.
Tuttavia, che questa agevolazione non si applica alle attività già esercitate in Italia nei 24 mesi precedenti al reshoring. Questo meccanismo è stato inserito per prevenire spostamenti di breve durata effettuati al solo scopo di ottenere i benefici fiscali.
Oltre alle agevolazioni per le imprese, il decreto legislativo sul fisco internazionale si estende anche ai lavoratori dipendenti o autonomi che hanno residenza fiscale in Italia. Coloro che trasferiscono la loro residenza fiscale nel territorio nazionale potranno usufruire di un nuovo regime agevolato a partire dal 2024, che potrà durare fino a cinque anni.
Questa agevolazione fiscale Irpef per gli “impatriati” riservata a lavoratori altamente qualificati o specialistici prevede uno sconto del 50% per un periodo di cinque anni. Tuttavia, chi farà il suo ritorno in Italia entro la fine dell’anno non sarà soggetto a queste restrizioni.
Un altro aspetto importante riguarda la “Global Minimum Tax“, che costituisce il secondo pilastro della riforma fiscale. Questa misura impone un’imposta minima del 15% sulle multinazionali. Il Consiglio dei Ministri ha già dato un via preliminare all’attuazione di questa direttiva UE, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2024. Sarà applicata alle multinazionali e ai grandi gruppi con un fatturato globale di almeno 750 milioni di euro.
Oltre a sostenere il bilancio dello Stato, questa tassa minima condivisa a livello europeo mira a contrastare il cosiddetto “dumping fiscale“, ovvero la pratica di abbassare le aliquote fiscali per attirare imprese e investitori dall’estero a spese dei Paesi limitrofi.
Quindi, il governo Meloni sta adottando misure fiscali innovative per promuovere il “made in Italy“. Tra queste, spicca la significativa riduzione delle imposte per le imprese che decidono di rientrare in Italia dopo aver scelto in passato di spostarsi verso paradisi fiscali. Parallelamente, viene introdotto un regime agevolato per i lavoratori autonomi e dipendenti che decidono di ristabilire la loro residenza fiscale in Italia. Entrambe queste iniziative saranno attive a partire dal 2024, lo stesso anno di entrata in vigore della global minimum tax applicata alle multinazionali, che contribuirà ad arricchire le finanze statali e ad attrarre investimenti dall’estero.
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