Sperimentato un chip impiantabile nel cervello che permette di comunicare solo con il pensiero: decodifica i segnali provenienti dall’area cerebrale che controlla i muscoli usati per parlare e prevede i suoni che si sta cercando di pronunciare
9 NOVEMBRE 2023 – FONTEUFFICIALE – BREAKING NEWS – Un rivoluzionario chip impiantabile nel cervello, in grado di decodificare i segnali neurali coinvolti nel controllo dei muscoli usati per il linguaggio, è stato sperimentato con successo da ricercatori dell’Università Duke negli Stati Uniti. Questo dispositivo consente di comunicare solo tramite il pensiero, anticipando i suoni che una persona sta cercando di pronunciare. La ricerca è stata pubblicata su “Nature Communications” ed è vista come un passo fondamentale nel campo dell’assistenza a individui con disturbi del linguaggio.
Attualmente, ci sono molte condizioni mediche, tra cui la Sindrome Laterale Amiotrofica, che colpiscono i neuroni coinvolti nel controllo motorio e limitano la capacità di parlare. Gli attuali sistemi di assistenza sono spesso lenti ed inefficienti. Questo nuovo chip impiantabile si focalizza su circa un centinaio di muscoli che controllano il movimento della lingua, delle labbra e altre parti coinvolte nella produzione del linguaggio.
Per testare il funzionamento del chip, i ricercatori hanno richiesto l’autorizzazione ai pazienti sottoposti a interventi chirurgici che richiedevano solo una leggera sedazione, come la rimozione di tumori. Durante questi interventi, il chip è stato temporaneamente posizionato sopra l’area cerebrale coinvolta e ai pazienti è stato chiesto di ascoltare e ripetere alcuni suoni e parole prive di senso.
I dati ottenuti dai segnali neurali registrati sono stati successivamente elaborati da un algoritmo di apprendimento automatico, che ha cercato di prevedere con quale precisione il paziente intendeva produrre determinati suoni. I risultati hanno dimostrato che il sistema ha raggiunto un’accuratezza del 84% con alcune tipologie di suoni, sebbene con altri suoni meno precisi, attestandosi al 40%. Questo rappresenta un passo importante, anche se iniziale, verso futuri chip impiantabili capaci di consentire nuovamente la parola, leggendo le intenzioni attraverso l’attività cerebrale.
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