Scoperto arsenale della Curva Nord: sequestrate pistole, fucili e molti proiettili in un deposito a pochi metri da un immobile di Beretta, in uso a un ultrà a lui vicino che è stato arrestato
Un’operazione della Polizia ha portato alla scoperta di un vero e proprio arsenale, ritenuto legato alla Curva Nord, in un capannone situato a Cambiago, provincia di Milano. Nel deposito sono stati rinvenuti e sequestrati pistole, fucili d’assalto AK47 (Kalashnikov), bombe a mano e una grande quantità di munizioni. Gli inquirenti sono arrivati al ritrovamento attraverso un’indagine che coinvolge un ultrà ritenuto vicino ad Andrea Beretta, noto esponente della tifoseria nerazzurra, attualmente in carcere per l’omicidio di Antonio Bellocco, un altro leader della Curva.
Le indagini
Secondo quanto riportato dall’ANSA, le indagini si sono concentrate su una proprietà immobiliare di Andrea Beretta, che sarebbe stata utilizzata da un altro ultrà a lui vicino. Gli investigatori hanno monitorato l’immobile, situato a pochi metri da un capannone in cui era custodito l’arsenale, e hanno seguito indizi che li hanno condotti fino al deposito.
L’operazione si è svolta nella notte e ha portato all’arresto dell’uomo che aveva accesso al capannone. Questo ultrà è stato trasferito nel carcere di San Vittore con l’accusa di detenzione illegale di armi da guerra.
Il ritrovamento
All’interno del capannone, gli agenti hanno trovato un vero e proprio arsenale:
- Fucili d’assalto AK47 (Kalashnikov);
- Bombe a mano di tipo militare;
- Pistole di diverso calibro;
- Una grande quantità di munizioni.
Secondo gli investigatori, le armi potrebbero essere state destinate a finalità criminali o, in alternativa, utilizzate per rafforzare il controllo all’interno degli ambienti ultras.
I collegamenti con Andrea Beretta
Andrea Beretta, al centro delle indagini, è già detenuto per il coinvolgimento nell’omicidio di Antonio Bellocco, leader della Curva Nord ucciso in circostanze violente. L’uomo arrestato per il deposito di Cambiago sarebbe uno dei suoi più stretti collaboratori all’interno del gruppo ultras.
Le autorità stanno ora cercando di capire se l’arsenale fosse direttamente collegato a gruppi criminali organizzati o se fosse un’espressione della crescente militarizzazione di alcune frange ultras.
L’operazione rappresenta un duro colpo per il mondo della criminalità legata al calcio e mette in evidenza la necessità di monitorare con attenzione i rapporti tra alcune tifoserie organizzate e le attività illecite. Le indagini continuano per risalire a eventuali altri responsabili o complici.