Paolo Riccone, accusato dell’omicidio di Floriana Floris, ha chiesto scusa alla famiglia della vittima durante l’udienza in cui è stata pronunciata la sua condanna a 22 anni di carcere
Paolo Riccone, accusato dell’omicidio di Floriana Floris, ha chiesto scusa alla famiglia della vittima durante l’udienza in cui è stata pronunciata la sua condanna a 22 anni di carcere. Riccone ha letto una lettera in aula, esprimendo il suo rammarico e affermando: «Chiedo scusa alla famiglia di Floriana, se fossi riuscito a togliermi la vita sarebbe stato meglio». Ha descritto la sua esperienza in carcere come un “inferno”, rivelando di essere stato picchiato dai detenuti e di vivere in una situazione di costante paura.
Riccone ha ucciso Floriana, sua compagna, a coltellate il 6 giugno 2023, nell’appartamento di Furci Siculo, dove convivevano. Nella lettera, ha spiegato il suo dolore per la perdita della moglie e ha ammesso di non riuscire a comprendere come abbia potuto agire in quel modo, definendo il suo gesto inaccettabile. Ha riconosciuto che le sue scuse non basteranno mai a restituire Floriana alla sua famiglia, composta dalla figlia Alice, dal fratello Fabio e dalla madre della vittima.
Ha anche parlato della sua vita in carcere, dicendo: «Non voglio farmi compatire e probabilmente voi penserete che in fondo me lo merito». Ha descritto episodi di violenza subita, come quando è stato picchiato a Torino e a Genova, e ha espresso il suo desiderio di non dover affrontare ulteriori anni di reclusione. Riccone ha concluso la sua lettera ribadendo il suo profondo senso di colpa e il desiderio di scusarsi sinceramente con Floriana e i suoi familiari.
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