Antonio De Pace, che aveva strangolato la sua fidanzata Lorena Quaranta nell’aprile 2020, è stato “graziato” dalla Cassazione, che ha riconosciuto lo stress da Covid-19 come attenuante per il femminicidio
Antonio De Pace, che aveva strangolato la sua fidanzata Lorena Quaranta nell’aprile 2020, è stato “graziato” dalla Cassazione, che ha riconosciuto lo stress da Covid-19 come attenuante per il femminicidio. De Pace aveva ucciso Lorena, studentessa di Medicina prossima alla laurea, nell’appartamento di Furci Siculo (Messina) dove convivevano da circa un anno. Dopo il delitto, aveva tentato il suicidio due volte prima di avvertire le forze dell’ordine.
Secondo la Cassazione, in un momento storico drammatico come la pandemia, De Pace ha vissuto un disagio psicologico evoluto in ansia e angoscia, che ha portato all’omicidio. I giudici hanno annullato la sentenza che confermava l’ergastolo per omicidio aggravato, ritenendo che la Corte di assise di appello di Messina non avesse considerato adeguatamente la causa scatenante, ossia la pandemia, che avrebbe ostacolato l’attivazione di presidi psicologici, affettivi e sanitari per prevenire l’escalation.
La Corte di assise di appello di Reggio Calabria dovrà formulare un nuovo giudizio, confermando comunque la responsabilità dell’imputato. Se la decisione di riconoscere lo stress da Covid-19 come attenuante venisse confermata, De Pace potrebbe ottenere una riduzione significativa della pena.
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