L’omicidio di Pamela Mastropietro

L’omicidio di Pamela Mastropietro è stato un caso di cronaca nera avvenuto il 30 gennaio 2018 a Macerata. La vittima venne stuprata e assassinata da Innocent Oseghale, che poi fece a pezzi il suo cadavere

L'omicidio di Pamela Mastropietro

L’omicidio di Pamela Mastropietro è un caso di cronaca nera avvenuto il 30 gennaio 2018 a Macerata. La vittima, una ragazza di 18 anni, è stata stuprata e assassinata da Innocent Oseghale, il quale ha poi smembrato il suo corpo.

Pamela Mastropietro nacque a Roma, nel quartiere San Giovanni, il 23 agosto 1999. Fin da giovane, soffriva di un disturbo di personalità borderline e aveva sviluppato una dipendenza da droghe. Il 18 ottobre 2017, all’età di 18 anni, si trasferì in una comunità di recupero per tossicodipendenza a Corridonia. Sua madre ha dichiarato che la ragazza iniziò ad abusare di droghe dopo aver intrapreso una relazione con un uomo rumeno. Pamela, seguita da uno psichiatra nella comunità, ammise di aver abusato di alcol dall’età di 12 anni e di altre sostanze a partire dai 14 anni.

Il 29 gennaio 2018, Pamela si allontanò volontariamente dalla comunità. Un uomo la portò in auto alla stazione di Corridonia-Mogliano in cambio di un rapporto sessuale. Una volta arrivata, tentò di prendere un treno per tornare a Roma, ma lo perse. Accettò quindi un passaggio da un tassista locale, con il quale trascorse la notte. Il giorno successivo, si recò ai giardini Diaz di Macerata, un luogo frequentato da tossicodipendenti, dove incontrò Innocent Oseghale, uno spacciatore nigeriano.

Il 30 gennaio 2018, Pamela fu uccisa nell’appartamento di Oseghale, che la accoltellò al fegato. Dopo l’omicidio, il corpo di Pamela venne lavato con candeggina, smembrato e occultato in due valigie, che furono ritrovate il giorno successivo in un fossato. Oseghale fu arrestato e accusato di omicidio, violenza sessuale, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere. Il processo ebbe inizio il 13 febbraio 2019 e, il 29 maggio dello stesso anno, Oseghale fu condannato all’ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi.

Durante il processo, Oseghale si dichiarò innocente riguardo all’omicidio, sostenendo di aver smembrato il corpo, ma affermando che Pamela fosse morta per un’overdose di eroina. Tuttavia, l’autopsia rivelò che la giovane era stata vittima di violenza sessuale e uccisa con due coltellate. La condanna all’ergastolo fu confermata anche dalla Corte d’Assise d’appello di Ancona il 16 ottobre 2020.

I funerali di Pamela si svolsero il 5 maggio 2018 nella chiesa di Ognissanti a Roma, con la partecipazione di molte persone, tra cui l’allora sindaca Virginia Raggi. La madre di Pamela, Alessandra Verni, ha continuato a lottare per giustizia, affermando che ci sono “altri mostri da prendere”. La vicenda ha suscitato un ampio dibattito pubblico e politico, con riferimenti all’omicidio utilizzati in contesti di discussione sulle politiche contro il crimine e l’immigrazione clandestina.

Processo

Innocent Oseghale, descritto come un nigeriano di 29 anni con un permesso di residenza scaduto e precedenti penali per spaccio di droga, fu immediatamente sospettato e arrestato poco dopo il ritrovamento del corpo di Pamela Mastropietro. Il processo con rito ordinario iniziò il 13 febbraio 2019, con le accuse di omicidio e violenza sessuale contro una vittima in condizioni di inferiorità, oltre a occultamento e distruzione del cadavere. Durante il processo, era presente Vincenzo Marino, un ex boss della ‘Ndrangheta e compagno di cella di Oseghale, che testimoniò di aver ricevuto confessioni da Oseghale. Secondo Marino, Oseghale avrebbe accoltellato Pamela e, dopo aver contattato un amico per farsi aiutare a occultare il corpo, avrebbe iniziato a sezionarlo, ma la vittima avrebbe mostrato segni di vita, portando Oseghale a colpirla nuovamente.

Il processo si concluse con la condanna di Oseghale all’ergastolo e a diciotto mesi di isolamento. Questa condanna fu confermata dalla Corte d’assise d’appello del tribunale di Ancona il 16 ottobre 2020. Oseghale continuò a proclamarsi innocente riguardo alla morte di Pamela, sostenendo in una precedente confessione di averne smembrato il corpo, ma di non averla uccisa, affermando che fosse morta per un’overdose di eroina. Tuttavia, questa versione fu smentita dai risultati dell’autopsia e dalla testimonianza di Marino.

Il 23 gennaio 2024, la Corte di Cassazione respinse il ricorso degli avvocati di Oseghale contro la sentenza emessa dal tribunale di Perugia nel febbraio 2023, che aveva confermato l’aggravante di violenza sessuale e la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Pamela Mastropietro.

In merito a Desmond Lucky e Lucky Awelima, il 7 giugno 2018, il magistrato di Macerata Giovanni Maria Manzoni revocò la custodia in carcere per omicidio, diffamazione, distruzione e occultamento di cadavere, ma entrambi rimasero in prigione per spaccio di eroina, ricevendo una condanna di 4 anni e 8 mesi nel aprile 2019.

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