L’Italia è il terzo paese in Europa per accoglienza dei migranti

La Germania si posiziona al primo posto, con circa 160.000 permessi (41%). Segue la Francia con 50.000 permessi (13%). Poi l’Italia con 40.000 permessi (10%)

L'Italia è il terzo paese in Europa per accoglienza dei migranti
L’Italia è il terzo paese in Europa per accoglienza dei migranti. L’Italia si conferma il terzo paese in Europa per l’accoglienza dei migranti, secondo i dati pubblicati recentemente. La Germania si posiziona al primo posto, avendo rilasciato il maggior numero di permessi di protezione, pari a 160.000, corrispondenti al 41% del totale dell’Unione Europea. Segue la Francia con 50.000 permessi (13%) e poi l’Italia con 40.000 permessi (10%). La Spagna si colloca al quarto posto con 36.000 permessi (9%). Questi 4 paesi hanno accolto complessivamente il 73% delle richieste di protezione a livello europeo.

È interessante notare che i dati includono anche gli oltre 4 milioni di permessi per protezione temporanea rilasciati ai cittadini ucraini fuggiti dal conflitto. Tra i paesi dell’Unione Europea, la Polonia ha registrato il maggior numero di beneficiari ucraini di protezione temporanea, con un totale di 1.561.700, seguita dalla Germania con 777.000 beneficiari e dalla Repubblica Ceca con 458.000. L’Italia si colloca al quinto posto, avendo concesso 150.000 permessi di protezione temporanea agli ucraini in fuga.

Analizzando i dati relativi al decennio 2012-2022, si osserva che in Italia gli esiti positivi delle richieste di protezione hanno avuto alti e bassi. Nel 2012, l’80% delle decisioni era positivo, principalmente a causa dell’arrivo di numerosi migranti dal Nord Africa durante le “primavere arabe”. Negli anni 2013-2014, le percentuali di esiti positivi sono state del 60%, principalmente a causa delle crisi in Siria ed Eritrea. In quegli anni, le concessioni di protezione in Italia erano maggiori rispetto alla media dell’Unione Europea, che si attestava tra il 30% e il 40%.

Dal 2015 al 2020, invece, le percentuali di decisioni positive in Italia sono state inferiori rispetto all’Unione Europea, in particolare nel 2016 quando rappresentavano il 40% rispetto al 54% dell’UE. Questa differenza è dovuta principalmente alle richieste di protezione da parte di siriani, afghani e iracheni, che hanno registrato i più alti tassi di riconoscimento in Europa. In Italia, invece, sono predominanti le nazionalità africane e asiatiche, che hanno tassi di riconoscimento più bassi.

Nel complesso, la protezione umanitaria è stata la forma prevalente di protezione in Italia fino al 2018, rappresentando circa due terzi degli esiti positivi. Dopo un calo nel 2019, la protezione umanitaria, sotto forma di protezione speciale, ha ripreso un ruolo significativo, rappresentando il 55% degli esiti positivi nel 2022. Lo status di rifugiato, che rappresenta il più alto riconoscimento di protezione, ha registrato un’incidenza minore in Italia rispetto all’Unione Europea, con una media del 20% nel decennio considerato.

Le nazionalità dei richiedenti asilo giocano un ruolo importante nei tassi di riconoscimento. Ad esempio, i richiedenti asilo provenienti da Bangladesh, Pakistan, Egitto, Tunisia e Nigeria hanno ottenuto tassi di riconoscimento inferiori rispetto a quelli provenienti da Siria, Afghanistan, Colombia e Venezuela. Nel 2022, le nazionalità che hanno ottenuto la maggior percentuale di status di rifugiato in Italia sono state l’afghana (75%), la somala (42%), l’irachena (27%) e la salvadoregna (24%).

Complessivamente, nell’Unione Europea sono state prese oltre 850.000 decisioni sulle domande di asilo nel 2022. Il 45,2% di queste decisioni ha avuto esito positivo, con 310.400 riconoscimenti di uno status di protezione e 73.845 permessi di protezione concessi dopo un ricorso o una revisione. I dinieghi sono stati rispettivamente 322.110 e 144.480. In Italia, sono state esaminate 72.395 domande, con un tasso di diniego del 45,2%.

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