L’evasione fiscale costa agli italiani 1700 euro a testa

La tassa più evasa in Italia è l’Irpef. Il gettito mancante sarebbe di circa 32 miliardi di euro. Il 68,3% degli autonomi non la paga

L'evasione fiscale costa agli italiani 1700 euro a testa
L’evasione fiscale costa agli italiani 1700 euro a testa. La Guardia di Finanza, in occasione del suo 249° anniversario, ha presentato alcuni dati relativi alle attività svolte nel contrasto agli illeciti economico-finanziari e alle infiltrazioni della criminalità nell’economia. Nel corso dell’anno, sono stati individuati 8.924 evasori totali, non registrati al fisco, molti dei quali operavano su piattaforme di commercio elettronico. Inoltre, sono stati scoperti 45.041 lavoratori in nero o irregolari. Sono stati denunciati 1.246 casi di evasione fiscale internazionale e 19.712 persone sono state denunciate per reati tributari. La Guardia di Finanza ha anche combattuto il contrabbando e il gioco illegale. Un dato significativo è rappresentato dal sequestro di crediti inesistenti per un valore di circa 5,4 miliardi di euro nel contesto delle indagini su crediti d’imposta agevolativi in materia edilizia ed energetica.

L’evasione fiscale in Italia rappresenta un costo significativo per il Paese, con un impatto di quasi 1.700 euro per persona all’anno, corrispondente a poco più di uno stipendio medio. Nel 2020, il costo dell’evasione fiscale è stato di 99,2 miliardi di euro. Questo fenomeno rischia di aumentare ulteriormente, dato che l’Italia è stata colpita dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina e dall’inflazione. Le famiglie e le imprese saranno le più colpite da questa situazione.

La lotta all’evasione fiscale vede da un lato coloro che adempiono correttamente ai propri obblighi fiscali e, dall’altro, gli ispettori del fisco che nel solo anno scorso hanno recuperato oltre 20 miliardi di euro. Il problema, evidenziato da imprenditori e associazioni di consumatori, riguarda l’inequità della situazione. Anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha sottolineato che il carico fiscale in Italia è troppo elevato. Da tempo si attende una riforma fiscale sostenibile nel lungo periodo, che potrebbe contribuire a ridurre le disuguaglianze in un contesto storico caratterizzato da tali disparità.

Il rapporto dell’Ufficio parlamentare di bilancio mette in luce le criticità riguardanti le coperture della riforma fiscale da parte del governo. È necessario risolvere le incertezze riguardanti le coperture finanziarie degli interventi proposti, come il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, le pensioni e la riduzione della pressione fiscale.

L’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, è l’imposta più evasa in Italia, anche se la tendenza è in calo. Nel 2020, l’ammontare mancante dovuto all’Irpef è stato di circa 32 miliardi di euro. Il 68,3% dell’Irpef dovuta da parte degli autonomi e delle imprese non viene versato allo Stato, mentre solo il 2,8% dell’Irpef dovuta dal lavoro dipendente irregolare viene evasa. Anche per quanto riguarda l’IVA, si registra un divario fiscale del 19,3% nel 2020, con 30 miliardi di euro di IVA evasa secondo la Commissione europea. L’Italia è il Paese europeo con la maggior perdita di gettito, superando di 7 miliardi di euro la Germania, che è il secondo Paese più colpito a livello europeo.

Il sommerso, che rappresenta l’economia non osservata, ha subito una riduzione nel 2020 a causa della crisi. Secondo l’Istat, il valore dell’economia non osservata è diminuito del 14,1% raggiungendo i 174,6 miliardi di euro, corrispondenti al 10,5% del PIL. Di questi, 157 miliardi di euro rappresentano il sommerso in senso stretto, mentre 17 miliardi di euro sono attribuiti alle attività illegali. Rispetto al 2019, si è registrata una diminuzione complessiva di quasi 30 miliardi nell’economia non osservata. Nel 2020, sono state registrate 2.926.000 unità di lavoro irregolari, circa 660.000 in meno rispetto al 2019. Tuttavia, questi numeri non riflettono la crisi energetica causata dall’invasione russa in Ucraina.

Per ridurre l’esposizione al sommerso in modo strutturale, il governo italiano è invitato da diverse organizzazioni, tra cui il FMI, a promuovere riforme e a ridurre le divergenze con gli altri Paesi europei. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) potrebbe svolgere un ruolo determinante in questo senso, con obiettivi ambiziosi di riduzione dell’evasione fiscale. Tuttavia, secondo l’Ocse, sarebbe necessario un progetto strutturale a lungo termine per affrontare questo problema.

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