L’inverno del 2024 ha portato un aumento dei prezzi del gas in Europa, con preoccupazioni per le scorte disponibili. A causa delle basse temperature e della diminuzione delle fonti rinnovabili, le scorte di gas stanno diminuendo a un ritmo quattro volte superiore rispetto alla media degli ultimi dieci anni. Al 3 dicembre, il prezzo del gas ha raggiunto quasi 50 euro al megawattora, con un aumento del 45% rispetto all’inizio dell’anno
Le scorte attuali nell’Unione Europea ammontano a oltre 100 miliardi di metri cubi, circa un terzo del fabbisogno annuale, ma il ritmo dei prelievi è molto elevato. Gli stoccaggi sono scesi dall’95% all’85,5% in due mesi. Inoltre, l’Europa si trova a dover affrontare una possibile interruzione delle forniture di gas russo a causa della scadenza di contratti di transito e sanzioni. Gli analisti avvertono che la situazione potrebbe portare a prezzi più elevati per il gas, specialmente se le temperature dovessero rimanere rigide e le forniture continuassero a diminuire.
L’inverno è alle porte e sta già influenzando i prezzi del gas in Europa. Le temperature rigide stanno causando un aumento del consumo di gas, portando a una rapida riduzione delle scorte disponibili. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, la stagione invernale del 2024 è caratterizzata da un freddo anticipato e condizioni meteorologiche che limitano l’uso delle fonti rinnovabili, come il vento.
Le scorte di gas in Europa sono attualmente in calo. Questo è il più significativo decremento dal 2016 e avviene a un ritmo quattro volte superiore rispetto alla media degli ultimi dieci anni. Al 3 dicembre, il prezzo del gas ha raggiunto valori che non si vedevano da oltre un anno, avvicinandosi ai 50 euro per megawattora nel mercato di riferimento di Amsterdam. Questo rappresenta un aumento del 45% rispetto ai valori dell’inizio del 2024 e del 20% rispetto all’1 ottobre.
Gli analisti sono particolarmente preoccupati per il costo del gas programmato per l’estate del 2025, che risulta essere più alto rispetto a quello per l’inverno successivo. La differenza di prezzo ha raggiunto i 4 euro per megawattora, una situazione insolita poiché normalmente i prezzi scendono quando termina la stagione di riscaldamento, incoraggiando così l’accumulo delle scorte.
Attualmente, nei depositi dell’Unione Europea ci sono oltre 100 miliardi di metri cubi di gas, sufficienti per coprire circa un terzo del fabbisogno annuale dei ventisette paesi membri. Tuttavia, il ritmo dei prelievi è molto elevato: a novembre sono stati prelevati circa 111,2 terawattora, equivalenti a 11,4 miliardi di metri cubi, tre volte di più rispetto al 2023 e sei volte rispetto al 2022.
Se l’inverno 2024 si rivelerà rigido come previsto, l’Europa dovrà affrontare anche la questione della dipendenza dalle forniture russe. Con la scadenza del contratto di transito in Ucraina a fine anno e le sanzioni statunitensi contro Gazprombank, potrebbero verificarsi interruzioni nelle forniture di gas dalla Russia.
Ristabilire le scorte al 90% entro l’1 novembre 2025 potrebbe risultare difficile e costoso. Gli esperti avvertono che sarà necessario attrarre più carichi di gas naturale liquefatto (GNL) dai mercati asiatici, il che comporterebbe prezzi più elevati.
Attualmente, gli stoccaggi di gas nell’Unione Europea sono pieni all’85,5%, con una diminuzione rispetto al 95% registrato all’inizio di ottobre. Tuttavia, alcuni paesi chiave come Italia e Germania mantengono livelli superiori al 90%.