L’INDIPENDENTE – Scoperti nello spazio i JuMBO: oggetti grandi quanto pianeti di origine sconosciuta

JuMBO, acronimo di “Jupiter Mass Binary Objects”, si presentano in coppia, non orbitano attorno a stelle, ma vagano nel vuoto cosmico vicini l’uno all’altro


10 OTTOBRE 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – Il Telescopio James Webb ha offerto uno sguardo sorprendente sulla Nebulosa di Orione, sita a oltre 1.300 anni luce dalla Terra. Le immagini rivelate includono 40 nuovi oggetti che sfuggono a qualsiasi categoria astrale nota. Chiamati tecnicamente JuMBO, acronimo di “Jupiter Mass Binary Objects” (oggetti binari di massa simile a Giove), si presentano in coppia ma non orbitano attorno a stelle, invece, vagano nel vasto vuoto cosmico, vicini l’uno all’altro. La loro origine, per ora, rimane enigmatica e richiederà l’intervento di fisici teorici per spiegare il fenomeno.

I due scienziati dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) hanno impiegato circa una settimana per scoprire questi JuMBO. Hanno esaminato con attenzione la Nebulosa di Orione e l’area del Trapezio, combinando nuove immagini del telescopio con dati pregressi. I risultati sono stati inclusi in uno studio inviato a Nature per la revisione. Il professor Mark J. McCaughrean, uno dei due autori e consulente senior per la scienza e l’esplorazione presso l’ESA, ha affermato: “Li troviamo piccoli quanto una massa di Giove, anche mezza massa di Giove, che fluttuano liberamente, non attaccati a una stella. La fisica dei gas suggerisce che non dovrebbero esistere oggetti che abbiano da soli la massa di Giove e sappiamo che i singoli pianeti possono essere espulsi dai sistemi stellari. Ma come si fa a eliminare coppie di questi oggetti insieme? Non ho una risposta, è per i teorici”.

Questi nuovi oggetti non possono essere etichettati come “pianeti”, in quanto tale definizione implica un’orbita attorno a una stella. Non sono neanche “pianeti vagabondi”, poiché si muovono in coppia nello spazio interstellare. I JuMBO, con un’età di circa un milione di anni, presentano temperature superficiali intorno ai 700 gradi Celsius e orbite separate da distanze che vanno da 25 a 390 volte quella tra Terra e Sole. Le analisi della loro luce rivelano la presenza di vapore acqueo, monossido di carbonio e metano, tracce tipiche di pianeti gassosi.

Le due ipotesi sulla loro formazione suggeriscono che potrebbero essere cresciuti in una nebulosa o essere stati creati attorno a stelle prima di essere espulsi nello spazio vicino. Tuttavia, resta ancora un mistero il motivo per cui questo fenomeno sia avvenuto a coppie. Solo il lavoro futuro dei fisici teorici potrà fornire una risposta a questo enigma cosmico.

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