In Italia, le liste d’attesa per ottenere una prestazione sanitaria sono estremamente lunghe, con una media di circa due anni per un esame come l’ecodoppler. Questa situazione è stata evidenziata dal monitoraggio “La salute non può attendere”, realizzato da Federconsumatori insieme alla Fondazione Isscon e con il contributo dell’Area stato sociale e diritti della Cgil.
Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto per ridurre queste liste d’attesa, prevedendo, tra le altre misure, l’obbligo per tutte le regioni di istituire un Centro unico di prenotazioni. Questo dovrebbe migliorare la gestione dei tempi e il monitoraggio delle difficoltà.
In Lombardia, i tempi di attesa raggiungono record negativi. Per un’ecografia cardiaca all’Ospedale di Magenta sono necessari 735 giorni. Il quadro è simile in tutto il Nord Italia. Tuttavia, alcune regioni mostrano segni di miglioramento: Toscana, Emilia Romagna e Umbria hanno ridotto i tempi d’attesa nei primi quattro mesi del 2024 rispetto al 2023, rispettivamente dell’8,22%, dello 0,02% e dello 0,66%.
Anche il Lazio ha registrato un calo del 14,61%, la Puglia dell’1,64% e il Veneto dell’1,45%. Invece, in Basilicata, Calabria, Campania, Lombardia e Sicilia, non c’è alcun monitoraggio aggregato o i dati sono solo parziali e incompleti, rappresentando una situazione critica.
Il monitoraggio “La salute non può attendere” è stato realizzato grazie alla collaborazione delle strutture regionali di Federconsumatori, che hanno raccolto dati sui tempi massimi di attesa nelle varie regioni e province autonome di Trento e Bolzano, in 41 aziende sanitarie locali di aree metropolitane e periferiche, e in 13 aziende ospedaliere. Sono state monitorate il 52% delle prestazioni previste dal Piano nazionale governo liste d’attesa (PNGLA), inclusi i ricoveri nelle poche aziende dove i dati sono accessibili.