La versione di Bruna dopo le manganellate della polizia locale di Milano

Notizia dell’ultima ora: La versione di Bruna dopo le manganellate della polizia locale di Milano

La versione di Bruna dopo le manganellate della polizia locale di Milano
26 MAGGIO 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – Bruna, il trans preso a manganellate dalla polizia locale a Milano, ha raccontato la sua versione dei fatti: “Non mi sono spogliata e non ho dato fastidio a nessun bambino. Là non c’erano bambini”. Bruna, originaria del Brasile ma residente a Milano da 29 anni, si trovava su una panchina di un giardinetto nei pressi di via Padova con alcune amiche.

Quando gli è stato chiesto come sta, ha risposto: “Adesso sto bene, ma ieri ho avuto mal di testa e bruciore agli occhi per tutto il giorno”.

La sua storia inizia con il motivo dell’intervento da parte degli agenti vicino al parco Trotter: “Ero agitata, è vero. Stavo litigando con cinque peruviani ubriachi che mi stavano insultando”.

Ma è vero che ha minacciato di infettare gli agenti dicendo di avere l’AIDS? Bruna nega categoricamente: “Non è assolutamente vero. L’unica cosa che ho fatto è mordermi la mano dal nervoso. Quando mi arrabbio, mi arrabbio, ma non sono violenta. Ero arrabbiata perché hanno preso me e non quel gruppo di peruviani che mi insultavano”.

Gli è stato chiesto se fosse alterata a causa di alcol o droghe, e ha risposto: “La sera prima avevo bevuto un po’ e fumato uno spinello”.

Quindi cosa è successo? Bruna continua il suo racconto: “Mi hanno messo in macchina. Ho iniziato a lamentarmi e loro mi dicevano ‘zitta, zitta, stai buona’. Allora ho dato testate contro il plexiglas (che divide i sedili posteriori da quelli anteriori nell’auto di servizio). Il capo ha detto di fermare l’auto e ha detto ‘Adesso gli diamo delle botte’. Ha cercato di prendermi per i capelli per farmi scendere, ma l’ho spinto via e sono scappata. Ho provato a nascondermi in un’aiuola, ma mi hanno trovata”.

Il resto è quello che si può vedere nel video diventato virale: le manganellate, lo spray urticante. “Poi mi hanno ammanettata e prima di rimettermi in macchina mi hanno spruzzato di nuovo lo spray negli occhi. Il bruciore mi faceva impazzire”. È stato portato nelle celle di via Custodi, dove è rimasto almeno 6 ore.

“È stato terribile. Mi sono sentita trattata come un cane”, dice Bruna commuovendosi quando ricorda i momenti più difficili della giornata. “Alzavo le mani, chiedevo che non mi picchiassero. Avevo tanta paura. Ora voglio denunciarli”.

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