La possibilità di privatizzare parzialmente la Rai ha riacceso il dibattito sulle opzioni per ristrutturare l’azienda, come la cessione del 50% degli asset o la creazione di una “newco” con i contenuti più pregiati. Tuttavia, questa mossa potrebbe scontrarsi con l’ostilità di Mediaset e Cairo Group
La possibilità di una privatizzazione della Rai ha riacceso il dibattito sulle possibili opzioni per la ristrutturazione dell’azienda, come la cessione di un 50% degli asset di tv e radio pubblica, la creazione di una “bad company” con i programmi meno redditizi o una “newco” con i contenuti più pregiati da mettere sul mercato. Tuttavia, questa mossa potrebbe essere accolta con ostilità da Mediaset e Cairo Group, poiché la Rai privata sottrarrebbe inserzionisti agli altri broadcaster con l’abbandono dei tetti pubblicitari.
Il dossier è complicato anche dal rinnovo dei vertici Rai, con le dimissioni della presidente Marinella Soldi e l’attesa nomina di Simona Agnes in quota Forza Italia. Le tensioni tra Lega e Fratelli d’Italia ritardano l’accordo sul nuovo CdA, con il rischio di uno slittamento a settembre o ottobre, mese in cui è attesa la sentenza del Tar sul ricorso contro l’attuale procedura di selezione.
Intanto, gli uffici di Viale Mazzini stanno studiando il modo per consolidare il ruolo di Giampaolo Rossi, attuale direttore generale, con un’assunzione a tempo indeterminato, così da tutelare il suo posizionamento ai vertici dell’azienda. Roberto Sergio, attuale AD, è considerato l’unico nome in grado di tutelare tutte le parti in causa, grazie alla sua appartenenza “filosofica” alla regola democristiana.
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