La ragazza affidata ad una coppia di Como ridotta in schiavitù e usata per riti satanici e stupri

Il padre l’ha violentata e messa incinta per poi ridurla in schiavitù e costringerla a stupri di gruppo durante riti satanici e messe nere. Riuscì a fuggire ma la ritrovarono e la rinchiusero in una botola

La ragazza affidata ad una coppia di Como ridotta in schiavitù e usata per riti satanici e stupri
18 GIUGNO 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – La Procura di Milano ha concluso le indagini su una coppia di genitori affidatari, con l’accusa di riduzione in schiavitù nei confronti di una giovane ospitata nella loro casa tra il 2000 e il 2015. Si sostiene che la ragazza sia stata costretta a subire violenze sessuali, anche di gruppo, all’interno di un contesto di riti satanici e messe nere. Il tutto sarebbe avvenuto in un paese in provincia di Como, dopo che la giovane era stata affidata ai servizi sociali e ospitata dalla coppia come genitori affidatari.

Secondo l’accusa, la giovane ha subito attenzioni sessuali da parte del genitore affidatario e ha poi concepito un figlio. Inizialmente, la coppia avrebbe cercato di convincerla ad abortire, ma successivamente hanno ammesso la paternità solo dopo un test del DNA.

A partire dal 2005, la donna avrebbe subito abusi durante riti satanici e messe nere, in cui avrebbero partecipato uomini non identificati, indossando tuniche bianche e cappucci. Gli abusi si sarebbero verificati anche in uno studio di registrazione insonorizzato, con la presenza di un crocifisso capovolto. La donna sarebbe stata ferita con un coltello, subendo incisioni sulla schiena e sulle gambe, oltre a essere stata sottoposta a torture.

Nonostante nel 2006 la donna sia riuscita a trasferirsi in un’altra regione, i due genitori affidatari l’avrebbero riportata indietro e continuato a perpetrare violenze su di lei. Si sostiene che la donna sia stata segregata in un’intercapedine e nascosta in una botola.

Il caso ha avuto un percorso giudiziario complicato, con denunce presentate dalla donna, attualmente di 41 anni e assistita dall’avvocato Massimo Rossi, anche al di fuori della Lombardia. I genitori affidatari hanno sempre negato le accuse, sostenendo che siano tutte invenzioni.

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