La Corte internazionale di giustizia, il principale tribunale delle Nazioni Unite, ha stabilito che le colonie israeliane nei Territori palestinesi e l’uso delle risorse naturali in quelle aree violano il diritto internazionale
La Corte internazionale di giustizia, il principale tribunale delle Nazioni Unite, ha stabilito che le colonie israeliane nei Territori palestinesi e l’uso delle risorse naturali in quelle aree violano il diritto internazionale. Questa decisione conclude un importante procedimento sulle conseguenze legali dell’occupazione israeliana della Cisgiordania e di Gerusalemme Est.
I 15 giudici della Corte hanno affermato che il trasferimento di coloni in Cisgiordania e a Gerusalemme da parte di Israele, così come il mantenimento della loro presenza, contravviene all’articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra, che è parte del diritto internazionale umanitario. Sebbene il verdetto non sia vincolante, la Corte impone un obbligo agli Stati di non riconoscere come legale la situazione creata dalla presenza illegale di Israele nei territori palestinesi e di non fornire aiuti o assistenza che possano sostenere le colonie.
L’ultima volta che la Corte si era espressa sulle politiche israeliane nei Territori palestinesi era stata nel 2003, quando aveva dichiarato che il muro di separazione tra Israele e la Cisgiordania violava il diritto internazionale. Il parere della Corte era stato richiesto formalmente dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite tramite una risoluzione approvata a dicembre 2022, prima dell’inizio del conflitto nella Striscia di Gaza nell’ottobre 2023. Le audizioni della Corte erano iniziate a febbraio, ma Israele non ha partecipato, considerando i tribunali internazionali ingiusti e di parte. A luglio 2023, Israele aveva criticato la risoluzione dell’ONU, definendola “tendenziosa” e frutto di una “chiara distorsione della storia e della realtà attuale del conflitto israelo-palestinese”.
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