La ragazza, soprannominata “madame cocaina”. Mentre il ragazzo era latitante in Spagna, lei si occupava di mantenere i contatti tra lui e chi gestiva le attività di spaccio nei boschi
29 GIUGNO 2023 – FONTEUFFICIALE – BREAKING NEWS – Una ventenne di nazionalità marocchina ha attirato l’interesse degli investigatori a causa del suo coinvolgimento nel mondo del traffico di droga. La ragazza è stata soprannominata “madame cocaina” dagli inquirenti. In questa narrazione sulle attività criminali nei boschi della droga, è insolito che una donna rivesta un ruolo di rilievo. Da sottolineare anche il contesto culturale maschilista delle origini marocchine.
La ventenne era fidanzata con il capo di un clan coinvolto in un’inchiesta della Procura di Busto Arsizio. Mentre il capo del clan era latitante in Spagna, la ragazza si occupava di mantenere i contatti tra lui e i suoi luogotenenti che gestivano le attività illegali nei boschi, compresa la fornitura di droga agli italiani tossicodipendenti. Utilizzando metodi accurati per evitare i controlli delle forze dell’ordine durante i suoi continui viaggi, la ragazza trasmetteva ordini, denaro e documenti falsi.
L’omicidio che ha dato avvio alle indagini ha coinvolto un pusher di 24 anni, accusato di aver rubato denaro e droga ai complici. La vittima è stata brutalmente assassinata a mani nude e con oggetti vari, prima di essere gettata ai bordi di una strada statale. La ventenne ha chiamato il padre del ragazzo per richiedere un riscatto di 30.000 euro, corrispondente all’importo sottratto. Le chiamate sono state effettuate sia prima della morte che nei giorni successivi, giocando con la disperazione del genitore e promettendo una conclusione positiva, anche se il corpo era già stato abbandonato.
La donna è stata arrestata e trasferita in prigione, mentre il fidanzato rimane latitante, poiché non ci sono accordi bilaterali tra Italia e Marocco per la sua estradizione. Durante un recente viaggio nella regione di Béni Mella-Khénifra, è emerso che Fquih Ben Salah è noto per essere un luogo in cui vengono fabbricati documenti falsi, principalmente carte d’identità e patenti italiane richieste da Milano e Varese. La produzione di documenti falsi marocchini, se scoperta, comporta pene severe.
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