Julian Assange è libero

Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, ha raggiunto un accordo per dichiararsi colpevole in cambio della sua liberazione

Julian Assange è libero

Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, ha raggiunto un accordo per dichiararsi colpevole di aver ottenuto e diffuso illegalmente documenti sensibili per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, in cambio della sua liberazione dal carcere di Belmarsh, nel Regno Unito, dove era detenuto dall’aprile del 2019. Il 24 giugno, poco dopo l’annuncio dell’accordo, Assange ha lasciato il Regno Unito. Sua moglie Stella ha confermato su X che il marito è “libero” e ha pubblicato un video di lui mentre sale su un aereo.

Il caso di Assange sarà giudicato da un tribunale federale statunitense a Saipan, nelle isole Marianne Settentrionali, sotto giurisdizione statunitense. Fonti citate dal New York Times e dal Guardian indicano che Assange potrebbe essere condannato a cinque anni di carcere, che avrebbe già scontato nel Regno Unito. La sentenza è prevista per mercoledì mattina (martedì sera in Italia), e Assange dovrebbe poi tornare in Australia, suo paese d’origine.

L’accordo con il dipartimento di Giustizia statunitense permetterebbe ad Assange di concludere le sue vicende giudiziarie, in corso da oltre dieci anni. Negli Stati Uniti è accusato di aver violato l’Espionage Act e rischia fino a 175 anni di carcere, ma l’accordo prevede che si dichiari colpevole per un solo capo d’accusa.

WikiLeaks, fondato da Assange nel 2006, è diventato famoso nel 2010 quando ha pubblicato “Collateral Murder”, un video segreto dell’esercito americano che mostrava un attacco con elicottero a Baghdad nel 2007. La fonte del video, mantenuta anonima da WikiLeaks, fu individuata nell’analista d’intelligence Chelsea Manning, che consegnò a WikiLeaks centinaia di migliaia di documenti segreti. Manning fu arrestata e condannata a 35 anni di carcere, ma nel 2017 fu graziata dal presidente Barack Obama e tornò in libertà.

Assange ha affrontato ulteriori problemi legali: nel 2010, mentre si trovava nel Regno Unito, fu accusato di stupro e molestie da due donne svedesi. La Svezia chiese l’estradizione e Assange, temporaneamente in libertà vigilata, si rifugiò nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. L’indagine per stupro fu archiviata nel 2019, anno in cui Assange fu espulso dall’ambasciata e arrestato dalla polizia britannica.

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