In Italia, il posto fisso rimane un obiettivo ambito per molti lavoratori, come confermato dai dati dell’OCSE che collocano il Paese al secondo posto in Europa per la durata media trascorsa nello stesso luogo di lavoro. Questo aspetto riflette una cultura radicata di stabilità occupazionale, particolarmente rilevante in un contesto economico spesso instabile come quello italiano.
Secondo i dati, in Italia il tempo medio trascorso nello stesso posto di lavoro è di 13,3 anni, evidenziando una preferenza per la continuità professionale che contrasta con la tendenza alla mobilità più comune in altri Paesi europei. Questa inclinazione è motivata dalla percezione che il posto fisso offra maggiore sicurezza economica e possibilità di pianificare progetti di vita a lungo termine, come l’acquisto di una casa o la formazione di una famiglia.
Tuttavia, il panorama sta evolvendo, influenzato anche dagli effetti della pandemia di COVID-19. Un sondaggio recente condotto da SWG ha rivelato un calo nel numero di persone che considerano il posto fisso come un requisito “irrinunciabile”, passando dal 48% nel 2003 al 25% attuale. Questo suggerisce un cambiamento nelle preferenze dei lavoratori italiani, con una crescente apertura verso forme di lavoro più flessibili e adattabili alle nuove dinamiche del mercato del lavoro.