La Commissione Europea ha dato un ultimatum all’Italia e ad altri Paesi: entro la fine dell’anno, dovranno cessare le importazioni di gas russo. Tim McPhie, portavoce per le questioni energetiche, ha dichiarato che l’accordo per il transito del gas attraverso l’Ucraina non sarà rinnovato dopo il 2024. Attualmente, il gas russo arriva ancora in Italia, Austria, Slovacchia e Ungheria tramite questa rotta.
L’Italia ha già ridotto significativamente le importazioni di gas russo, passando dai 30 miliardi di metri cubi del 2019 ai 2,9 miliardi del 2023. Il gas russo, che prima rappresentava il 40% del consumo totale, ora costituisce solo il 5%. La maggior parte del gas in Italia proviene dall’Algeria, seguita da Azerbaijan, Nord Europa, Russia e Libia. Circa il 26% delle importazioni di gas è sotto forma di GNL, che poi viene rigassificato.
In confronto, l’Austria continua ad acquistare una quantità significativa di gas russo, rappresentando il 98% del consumo fino a due mesi fa. L’Ungheria dipende per circa l’80% dal gas russo, mentre la Slovacchia è totalmente dipendente da Mosca. Questi Paesi affermano di non poter rinunciare al gas russo a causa dei contratti in essere e della mancanza di alternative economicamente vantaggiose. Attualmente, la vendita di gas a questi Stati frutta a Mosca circa 6 miliardi di euro, utilizzati anche per finanziare il conflitto in Ucraina.
La strategia dell’Unione Europea mira a ridurre progressivamente le importazioni di gas russo, che sono già scese dal 45% del 2021 al 15% del 2023, con l’obiettivo di azzerarle entro il 2027. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno triplicato le esportazioni di GNL in Europa dal 2021, coprendo ora metà delle importazioni totali di gas.