PAGELLAPOLITICA – Occupazione a termine e cassa integrazione sono diminuiti e i contratti a tempo indeterminato sono aumentati

Il 21 maggio, Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, ha affermato in un’intervista con il Corriere della Sera che il governo Meloni si vanta dei dati sull’occupazione, nonostante un aumento dei contratti a termine e della cassa integrazione. Tuttavia, i dati più recenti dell’Istat contraddicono queste affermazioni.

A marzo, in Italia, gli occupati erano oltre 23,8 milioni, 600 mila in più rispetto a ottobre 2022, quando il governo Meloni ha preso il potere. Il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni ha raggiunto il 62,1%, il livello più alto da quando sono disponibili i dati mensili dell’Istat. Il numero dei dipendenti con contratti a tempo determinato è diminuito di circa 160 mila unità, mentre gli occupati con contratti a tempo indeterminato sono aumentati di quasi 700 mila, avvicinandosi al record di 16 milioni. La percentuale dei dipendenti con contratto a termine è scesa al 15% rispetto al 16,4% di ottobre 2022. Questo calo è iniziato a febbraio 2022, dopo il picco del 17,3%.

Secondo il “Rapporto annuale 2024” dell’Istat, il calo dei lavoratori a termine registrato nel 2023 può essere attribuito sia alle trasformazioni verso contratti a tempo indeterminato sia alla ripresa del lavoro autonomo. Tuttavia, su un arco di vent’anni, i lavoratori a tempo determinato sono aumentati, soprattutto tra i 15 e i 34 anni, mentre i contratti a tempo indeterminato sono cresciuti solo tra gli ultracinquantenni.

Riguardo alla cassa integrazione, Conte ha affermato che il numero di lavoratori in cassa integrazione è aumentato sotto il governo Meloni. Secondo l’Istat, un lavoratore in cassa integrazione rimane conteggiato tra gli occupati se la sospensione non supera i tre mesi. Nel 2023, sono state autorizzate 409 milioni di ore di cassa integrazione, il 12,6% in meno rispetto al 2022. Tra gennaio e marzo 2024, le ore autorizzate sono aumentate dell’8,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, ma a marzo c’è stato un calo del 7,3%.