In 10mila a Roma contro la guerra e per il lavoro

Notizia dell’ultima ora: In 10mila a Roma contro la guerra e per il lavoro


27 GIUGNO 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – Sabato 24 giugno, più di 10.000 persone provenienti da diverse parti d’Italia hanno partecipato alla prima manifestazione nazionale contro il governo Meloni a Roma. Lo slogan della manifestazione era “Il governo Meloni ci ruba il futuro: abbassate le armi, alzate i salari”. Oltre un centinaio di comitati, sigle e associazioni hanno aderito all’iniziativa. Solo un mese fa, centinaia di migliaia di lavoratori si erano mobilitati in tutta Italia per le stesse rivendicazioni, tuttavia, sia allora che adesso, nessun media mainstream ha dato visibilità alla questione.

La protesta si è concentrata sulla mancanza di interventi strutturali per contrastare il peggioramento delle condizioni di vita della popolazione. Secondo un comunicato dell’USB, l’esecutivo di destra attuale non sta facendo nulla per fermare la perdita del potere d’acquisto dei salari e il deterioramento delle condizioni di vita. Vengono denunciati provvedimenti come l’eliminazione del reddito di cittadinanza, l’aumento dei contratti precari, la gestione coercitiva dell’emergenza abitativa, i tagli ulteriori al sistema sanitario e l’affrontare la questione dei lavoratori migranti come un problema di ordine pubblico. Allo stesso tempo, si alleggerisce la pressione fiscale per i ricchi e i proprietari, colpendo tutti gli altri.

La protesta ha incluso anche richieste pacifiste di porre fine ai conflitti e all’invio di armi, sia in Ucraina che in altri contesti di guerra. È stata espressa l’opposizione alla guerra e l’importanza di risolvere i conflitti in modo pacifico. La privatizzazione e i tagli al sistema sanitario sono state altre tematiche affrontate durante la manifestazione organizzata dalla Cgil, che ha ricevuto maggiore attenzione dai mezzi di informazione.

Durante l’evento è stata anche continuata la raccolta di firme per richiedere l’introduzione di una legge per il salario minimo legale di dieci euro lordi l’ora, una proposta depositata in Cassazione da Unione Popolare.

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