Il Ministero dell’Interno ha sviluppato un software in grado di prevedere dove e quando si verificheranno determinati tipi di reato

Il Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno ha sviluppato un software di polizia predittiva chiamato Giove che potrebbe prevedere dove e quando si verificheranno determinati tipi di reato

Il Ministero dell'Interno ha sviluppato un software in grado di prevedere dove e quando si verificheranno determinati tipi di reato
9 GIUGNO 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – Il Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno ha sviluppato un software di polizia predittiva chiamato Giove, ispirato alla divinità romana, che potrebbe prevedere dove e quando si verificheranno determinati tipi di reato. Questo strumento sarà condiviso con le Questure di tutta Italia. Non si conoscono ancora molti dettagli su Giove, ma sembra che sia in contrasto con le future leggi europee sull’intelligenza artificiale.

La notizia è stata riportata dal giornale Il Sole 24 Ore il 5 giugno e si è diffusa rapidamente su Internet. Sebbene fosse noto che il Ministero dell’Interno stava studiando questo programma fin dal 2020, il giornale ha rivelato che il progetto non è stato abbandonato e che la Polizia di Stato sta solo aspettando l’approvazione dell’autorità per la protezione dei dati personali prima di condividere questo strumento con gli agenti in tutta Italia.

Secondo quanto dichiarato dalle istituzioni, Giove “prevede una funzionalità che consente di utilizzare le informazioni raccolte dalle denunce per alimentare un sistema di previsione dei reati“. In altre parole, le forze dell’ordine creeranno o hanno già creato archivi contenenti informazioni sui reati di forte impatto sociale, che verranno poi analizzate automaticamente per supportare le attività di polizia. Tuttavia, i dettagli su come tutto ciò funzionerà sono ancora poco chiari.

Giove è il risultato dell’evoluzione di alcuni test svolti nel 2018 dalla Questura di Milano, che ha utilizzato il programma KeyCrime per prevedere i crimini utilizzando la metodologia “crime linking“, che prevede l’identificazione di aree geografiche e temporali in cui potenzialmente potrebbe verificarsi un reato. È interessante notare che l’azienda che possiede KeyCrime è stata fondata da Mario Venturi, un ex ufficiale di polizia che ha lavorato come assistente capo presso la Questura di Milano.

Mentre KeyCrime aveva l’obiettivo di prevenire le rapine ai negozi, Giove mira a risultati più ambiziosi. Secondo l’intervista rilasciata dal direttore centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Francesco Messina, al giornale Il Giornale, il programma sarà in grado di individuare modelli che possano intercettare casi di molestie sessuali, furti in abitazione e truffe agli anziani.

La polizia predittiva è stata oggetto di critiche per anni a causa dei pregiudizi che possono influenzare le minoranze e le fasce vulnerabili della società. Inoltre, la proposta AI Act, che è attualmente in discussione a livello europeo, potrebbe rendere illegale l’uso di questo strumento, a meno che non sia per casi di sicurezza nazionale. Pertanto, l’avvento di Giove ha suscitato preoccupazione, anche a causa della mancanza di chiarezza su come sarà utilizzato.

Il Senatore Filippo Sensi ha immediatamente avviato un’interrogazione parlamentare per chiedere al Ministero dell’Interno maggiori dettagli sul progetto Giove. Sensi, noto per aver proposto la moratoria sui sistemi di riconoscimento facciale, ha presentato una serie di domande specifiche, tra cui quali dati e informazioni verranno utilizzati per alimentare il sistema Giove, quali interventi verranno adottati dalla Polizia di Stato per introdurre il sistema in Italia, se ci sono altri software simili già in uso o previsti per l’utilizzo, e quali aziende sono state coinvolte nello sviluppo e implementazione di questa tecnologia. Al momento, si attende una risposta ufficiale alle sue interrogazioni.

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