Il 22 luglio, Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia, ha dichiarato in un’intervista con La Stampa riguardo l’aggressione a Torino contro il giornalista Andrea Joly, che il governo non ha il potere di sciogliere movimenti come CasaPound. Donzelli ha affermato che «ci sono leggi molto chiare in Italia» e che solo il potere giudiziario può sciogliere organizzazioni pericolose o neofasciste. Ha sottolineato che non vuole vivere in un paese dove la politica decide quali organizzazioni possono esistere e quali no, sostenendo che «l’Italia è uno Stato di diritto e c’è la separazione dei poteri».
Tuttavia, questa affermazione non è del tutto corretta. La legge italiana prevede che, oltre alla magistratura, anche il governo può intervenire per sciogliere movimenti politici. In base alla legislazione vigente, il governo, su proposta del Ministro dell’Interno, può richiedere al Tribunale dei Ministri lo scioglimento di associazioni e movimenti politici che promuovono ideologie che contravvengono alla legge, come il neofascismo.
Che cosa dice la legge
Dopo l’aggressione al giornalista Andrea Joly, alcuni esponenti dell’opposizione hanno sollecitato il governo a sciogliere CasaPound. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, e Carlo Calenda, segretario di Azione, hanno chiesto al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di intervenire immediatamente.
La legge italiana prevede che l’organizzazione di movimenti neofascisti sia vietata. La dodicesima disposizione finale della Costituzione proibisce «la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Questa disposizione è stata dettagliata nel 1952 dalla “legge Scelba”, che definisce la riorganizzazione di un partito fascista come quella di un movimento che «ha finalità antidemocratiche» e usa la violenza come metodo politico, promuovendo ideologie razziste e contrarie ai diritti sanciti dalla Costituzione. La legge prevede anche il reato di apologia del fascismo, punibile con la reclusione fino a due anni per chi esalta pubblicamente il fascismo.
Secondo la legge Scelba, è il ministro dell’Interno a poter sciogliere organizzazioni e partiti antidemocratici se l’autorità giudiziaria certifica, con una sentenza, la loro effettiva riorganizzazione. Tuttavia, la legge prevede anche che, in casi straordinari di necessità e urgenza, il governo può sciogliere queste organizzazioni tramite decreto-legge. I decreti-legge entrano subito in vigore ma devono essere convertiti in legge dal Parlamento entro 60 giorni per mantenere la loro validità.
Una questione di volontà politica
Contrariamente a quanto affermato da Giovanni Donzelli, il governo italiano ha il potere di sciogliere organizzazioni considerate violente e di ispirazione fascista. Tuttavia, nella pratica, questa decisione dipende da valutazioni politiche.
Ugo Adamo, professore di Diritto costituzionale all’Università della Calabria, ha spiegato che, sebbene il governo abbia la facoltà di sciogliere movimenti come CasaPound, ciò richiede una valutazione politica. Lo scioglimento è una misura estremamente severa e il governo deve ritenere che sia effettivamente necessario e che l’organizzazione in questione soddisfi i requisiti stabiliti dalla legge Scelba.
CasaPound non è l’unico partito di ispirazione neofascista coinvolto in violenze. Un caso simile riguarda Forza Nuova, un altro partito di estrema destra. I suoi leader sono stati condannati a dicembre 2023 per l’assalto alla sede del sindacato Cgil a Roma, avvenuto nell’ottobre 2021. Nonostante la condanna, Forza Nuova non è stata sciolta, anche se alcuni esperti di diritto costituzionale hanno sottolineato che l’uso della violenza per assaltare un sindacato è un chiaro esempio di metodo fascista di lotta politica. Forza Nuova ha tentato di partecipare alle elezioni politiche del 2024, ma è stata esclusa per non aver raccolto le firme necessarie.
Nella storia repubblicana italiana, ci sono stati tre casi di scioglimento di partiti considerati fascisti dopo sentenze della magistratura. Nel 1973, il ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani ordinò lo scioglimento di Ordine Nuovo, un movimento di estrema destra nato nel 1969. Nel 1976, il ministro Francesco Cossiga dispose lo scioglimento e la confisca dei beni dell’organizzazione neofascista Avanguardia Nazionale. Nel 2000, il ministro Enzo Bianco fece sciogliere il Fronte Nazionale, un movimento che si dichiarava “razzista”.