L’Italia è l’ultimo Paese occidentale a mantenere un contingente militare in Niger, dopo che i soldati francesi sono stati espulsi e la cooperazione militare con gli Stati Uniti è cessata lo scorso marzo. I militari italiani, parte della missione bilaterale MISIN, stanno negoziando con la giunta militare per rimanere in questo Paese strategico, fondamentale per il controllo dei flussi migratori e l’influenza nell’area del Sahel. La giunta militare del Niger non ha mai richiesto l’allontanamento della missione italiana e il presidente della giunta di transizione, Abdourahmane Tchiani, ha incontrato il direttore dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE), generale Giovanni Caravelli, confermando la volontà di rafforzare la cooperazione tra i due Paesi.
L’Italia è presente in Niger dal 2018 con la Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (MISIN), che ha l’obiettivo di contrastare i traffici illegali e le minacce alla sicurezza, in collaborazione con gli sforzi europei e statunitensi per stabilizzare l’area e migliorare le capacità di controllo del territorio delle autorità nigerine. La missione, composta da circa 250 militari, addestra l’esercito e la Gendarmeria nigerina e ha formato circa 9.100 militari nei centri di Niamey, Agadez e Arlit. Ha anche finanziato progetti in ambito sanitario ed educativo. Il generale Francesco Paolo Figliuolo, durante un’audizione, ha sottolineato l’importanza della presenza italiana per monitorare i flussi migratori e contrastare l’influenza di altri attori come Russia, Cina e Turchia.
Dopo il colpo di Stato del luglio 2023, il Niger ha visto un allontanamento dall’influenza occidentale, avvicinandosi a Mosca. Gli Stati Uniti hanno perso un importante alleato con la deposizione del presidente Mohamed Bazoum, sostenuto da Washington. La crescente insicurezza e le difficili condizioni economiche sono state le motivazioni addotte per il golpe. Da allora, il Niger ha rafforzato i legami con la Russia, che ha inviato istruttori militari e equipaggiamenti. La cooperazione con Roma potrebbe continuare, ma resta da vedere come si svilupperà parallelamente alla crescente presenza russa nel Paese. Al momento, l’Italia rappresenta l’ultimo baluardo occidentale nel Sahel, un segno della diminuzione dell’influenza atlantica in Africa.