Secondo l’Istat, nel periodo tra il 2013 e il 2022, la crescita delle retribuzioni lorde annue per dipendente in Italia è stata del 12% (circa la metà della media europea)
8 LUGLIO 2023 – FONTEUFFICIALE – BREAKING NEWS – I lavoratori italiani guadagnano mediamente 3.700 euro in meno all’anno rispetto alla media europea, e oltre 8.000 euro in meno rispetto ai lavoratori tedeschi. Secondo il rapporto annuale dell’Istat, nel periodo tra il 2013 e il 2022, la crescita delle retribuzioni lorde annue per dipendente in Italia è stata del 12%, circa la metà della media europea.
La retribuzione media annua lorda per dipendente in Italia è di circa 27.000 euro, inferiore del 12% rispetto alla media dell’Unione Europea e del 23% rispetto a quella tedesca, considerando il potere d’acquisto.
Secondo l’Istat, nel periodo considerato, il potere d’acquisto delle retribuzioni in Italia è diminuito del 2% (mentre è aumentato del 2,5% negli altri paesi europei).
In Italia, la “trappola della povertà” è più intensa rispetto alla maggior parte degli altri paesi dell’Unione Europea e sta aumentando rispetto al 2011. Circa un terzo degli adulti (tra i 25 e i 49 anni) a rischio di povertà proviene da famiglie che, quando erano adolescenti, si trovavano in una situazione finanziaria precaria. Secondo i dati più recenti disponibili, relativi al 2019, l’Italia ha il valore più alto tra i principali paesi europei e si colloca al terzo posto nell’intera UE, superata solo da Bulgaria e Romania.
Il rapporto dell’Istat sottolinea che il 2022 ha segnato l’uscita dallo stato di emergenza sanitaria a livello nazionale. Tuttavia, l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime ha influenzato l’economia, con un aumento significativo dei costi di produzione per le imprese e dei prezzi al consumo per le famiglie. Nei primi mesi del 2023, si è osservato un rallentamento dell’inflazione, con un’indice dei prezzi al consumo che è rimasto stabile su base mensile e ha registrato un aumento del 6,4% su base annua a giugno, molto distante dai picchi raggiunti lo scorso autunno. Il rallentamento segue anche quello dei prezzi dei beni energetici, mentre l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane sostenuta con una variazione annua del 5,6%.
L’economia italiana ha mostrato un andamento positivo nel 2022, sia in termini di crescita del PIL (+3,7%), superiore a Francia (+2,5%) e Germania (+1,8%), sia in termini di occupazione. Nel primo trimestre del 2023, il PIL italiano è aumentato dello 0,6%, superando la media dell’area euro. Le previsioni indicano una crescita del PIL nel 2023 (+1,2%) e nel 2024 (+1,1%), sostenuta dalla domanda interna e, in misura minore, dalla domanda estera netta. Gli investimenti mostreranno un aumento del 3,0% nel 2023, ma rallenteranno negli anni successivi. Si prevede anche un rafforzamento degli investimenti pubblici e privati legati all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
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