Secondo i dati Istat, la situazione dei giovani lavoratori precari in Italia non corrisponde a quanto riportato dalla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Durante le interviste della campagna elettorale, Schlein ha spesso criticato il governo Meloni per aver aumentato la precarietà tra i giovani lavoratori. Ad esempio, il 29 maggio, durante un intervento a Tagadà su La7, ha dichiarato che l’unico atto concreto del governo in materia di lavoro è stato aumentare i contratti a termine, peggiorando così la situazione di precarietà per i giovani con contratti brevi.
Analizzando i numeri, emerge che gli occupati a termine tra i giovani non stanno aumentando. Il riferimento di Schlein è a un provvedimento approvato il 1° maggio 2023 dal Consiglio dei ministri, noto come “decreto Lavoro”. Questo decreto, convertito in legge a giugno, includeva misure riguardanti l’occupazione, tra cui la riforma del reddito di cittadinanza e modifiche ai contratti a termine. In particolare, ha reso più flessibile il ricorso ai contratti a tempo determinato tra i 12 e i 24 mesi, ampliando le “causali” da indicare nei contratti.
Contrariamente a quanto affermato da Schlein, questa non era l’unica misura del decreto riguardante il lavoro. Il decreto includeva anche incentivi per l’assunzione a tempo indeterminato di giovani fino a 30 anni. Inoltre, la legge di Bilancio per il 2023 aveva già esteso gli sgravi fiscali per le assunzioni di donne svantaggiate e giovani sotto i 36 anni.
I dati Istat mostrano che nel quarto trimestre del 2023, gli occupati dipendenti tra i 15 e i 29 anni erano oltre 2,7 milioni, con un aumento di più di centomila rispetto allo stesso periodo del 2022. Nello stesso periodo, i giovani con un contratto a termine sono leggermente diminuiti da 1,145 milioni a 1,123 milioni, mentre quelli con un contratto a tempo indeterminato sono aumentati da 1,456 milioni a 1,597 milioni, circa 140 mila in più.
Dal secondo trimestre del 2023, la percentuale degli occupati a termine rispetto al totale dei giovani lavoratori è diminuita, raggiungendo il 41,3% nel quarto trimestre, il valore più basso dal primo trimestre del 2018. Complessivamente, nel 2023, circa il 43% dei giovani lavoratori dipendenti aveva un contratto a termine, rispetto al 46% del 2022. Considerando tutti i lavoratori dipendenti in Italia, a marzo 2023, il 15% aveva un contratto a tempo determinato, in calo rispetto ai mesi precedenti.