“Ho aiutato mio cugino per la vendemmia e guadagnato 900 euro, ma sono pensionato. Ora l’Inps mi chiede 53mila euro, ho pensato al suicidio”

Romano Gaiero, un pensionato di 66 anni di Farigliano, ha raccontato: “Ho aiutato mio cugino per la vendemmia e guadagnato 900 euro, ma sono pensionato. Ora l’Inps mi chiede 53mila euro, ho pensato al suicidio”

Ho aiutato mio cugino per la vendemmia e guadagnato 900 euro, ma sono pensionato. Ora l'Inps mi chiede 53mila euro, ho pensato al suicidio

Romano Gaiero, un pensionato di 66 anni di Farigliano, ha raccontato: “Ho aiutato mio cugino per la vendemmia e guadagnato 900 euro, ma sono pensionato. Ora l’Inps mi chiede 53mila euro, ho pensato al suicidio”. Nonostante fosse andato in pensione con Quota 100 nel giugno 2020, l’INPS gli ha chiesto di restituire 53mila euro. Gaiero ha descritto come questo evento l’abbia gettato in una profonda crisi, portandolo a considerare persino il suicidio. “Quando alla fine del 2022 ho ricevuto la chiamata dal CAF in cui mi comunicavano che l’Inps voleva 53mila euro mi sono immobilizzato. Non riuscivo neanche più a parlare. In quel momento ho pensato anche di farla finita, voglio essere sincero. È una cifra da suicidio.”

La sua situazione riflette quella di altri pensionati che hanno affrontato richieste simili dall’INPS dopo aver svolto lavori occasionali. Gaiero ha spiegato di aver agito in buona fede, con un contratto regolare, e di non aver immaginato di essere in torto per aver aiutato il parente durante la vendemmia. Tuttavia, l’INPS ha richiesto una cifra equivalente a due anni e mezzo di pensione lorda, e tra settembre 2022 e gennaio 2023, Gaiero non ha ricevuto la pensione, perdendo ulteriori 8mila euro.

Nel tentativo di risolvere la situazione, Gaiero ha scritto all’INPS senza ottenere risposta e ha fatto ricorso con il patronato, ma è stato respinto. “Io nel mio caso ho anche scritto, senza mai ricevere risposta da nessuno, che quegli 8mila euro di pensione trattenuti avrei acconsentito a pagarli, e quindi a farglieli tenere, come ammenda, come una multa.” Attualmente, l’INPS gli chiede di pagare 745 euro al mese per 72 rate, una cifra che Gaiero non sta versando. Anche altri pensionati si trovano nella stessa situazione e stanno considerando azioni legali collettive. “Qualcuno sta facendo causa legale con un avvocato, ma prima aspettiamo di capire come vanno. Con il CAF di Mondovì ne è stata avviata una tramite i loro legali, ma non a nome mio. A nome di un’altra persona che si ritrova nella stessa situazione. Ma pare che sia lunga la cosa.”

Gaiero ha notato che ci sono state alcune sentenze favorevoli ai lavoratori in Italia, ma l’INPS continua a fare appello. “Ci sono state delle sentenze di primo grado sparse per l’Italia. A Firenze, a Roma e non solo. Sentenze che danno ragione al lavoratore e condannano l’Inps a farsi restituire solo quanto il lavoratore ha percepito dal lavoro occasionale. Ma poi loro vanno in appello e in Cassazione. In appello già una o due volte è stata data ragione al lavoratore. Io la speranza non l’ho mai persa e adesso che sta aumentando il numero delle sentenze in favore dei lavoratori credo che si possa sperare in qualcosa di positivo, anche se non penso di riuscire a recuperare cosa mi è stato tolto quando mi è stata sospesa la pensione.”

Nonostante la speranza che la situazione possa risolversi positivamente, Gaiero esprime il rammarico per la mancanza di supporto da parte della politica e dei sindacati. “Dalla politica nessun segnale. Dopo l’exploit iniziale – racconta Gaiero – e dopo che abbiamo avuto quel momento di visibilità tramite la televisione e i giornali locali, adesso sembra che sia stato tutto smorzato. All’inizio si era interessato anche il sindacato pensionati, che avrebbe dovuto fare qualcosa a livello nazionale, poi niente. Io avevo interpellato il sindaco, il presidente della Regione Cirio e altri suoi collaboratori ma nessuno ha fatto nulla. Non solo io. Tutti noi del gruppo abbiamo cercato qualcuno nella politica a cui appigliarci, anche a livello locale per sensibilizzare i politici, in modo che loro di concerto potessero eventualmente fare qualche intervento parlamentare. Ma non ci ha ascoltati nessuno,” rivela con rammarico l’uomo.

Nonostante le difficoltà, Gaiero cerca di non pensare troppo alla sua situazione e si dedica alla cura della sua vigna, alla corsa e al volontariato nell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, sperando che qualcosa si sblocchi e che la sua situazione migliori. “Io ho cominciato da poco a rialzare la testa, per tanto tempo ho vissuto con l’ansia. Soprattutto in quel periodo in cui ho smesso di ricevere la pensione. La paura rimane. C’è il rischio che possa capitare nuovamente o che alla fine dovrò pagare quella somma.” Per ora, la cosa migliore per lui è non pensarci. “Durante le mie giornate curo la mia vigna, corro, mi alleno e faccio volontariato nell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze.”

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