ILMESSAGGERO – Gli Imam “italiani” tenuti d’occhio dai Servizi di sicurezza sono quasi 500

Il numero degli imam in Italia è in costante aumento e attualmente si stima che siano quasi 500. Questi imam operano in circa 1200 luoghi di preghiera, sia ufficiali che non, secondo Lafram Yassine, presidente dell’Ucoii (Unione delle comunità islamiche in Italia). Questi luoghi di preghiera includono moschee formali e spazi meno ufficiali, come seminterrati adibiti a luoghi di culto. Dieci anni fa, secondo la Caritas, le moschee in Italia erano circa 750 con quasi 300 imam. Oggi, questi numeri potrebbero essere raddoppiati.

In Italia ci sono circa 2,9 milioni di musulmani, la metà dei quali sono cittadini italiani. Tra gli stranieri, l’Islam rappresenta circa il 30% delle religioni, seguendo i cristiani. Recentemente, l’Ucoii sta cercando di contrastare una legge in gestazione contro le cosiddette “moschee-garage”, ovvero luoghi di culto non ufficiali. A Roma, ad esempio, le moschee non autorizzate sono passate da 30 a 53 negli ultimi dieci anni, secondo un censimento informale.

Le autorità italiane, come l’Antiterrorismo e i servizi di sicurezza, tengono sotto stretto controllo questi luoghi di culto per prevenire il rischio di proselitismo estremista. La Grande Moschea di Roma, che ha un ruolo quasi diplomatico e relazioni con le ambasciate dei Paesi arabi, ha cercato di promuovere un dialogo costruttivo con altre religioni. Tuttavia, vi sono molte realtà clandestine in quartieri come Centocelle e Ostia.

Gli imam più attivi si trovano nelle regioni del Nord Italia, in particolare in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, oltre che in alcuni quartieri di Roma. In Italia, la convivenza con le comunità islamiche è meno complicata rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Gran Bretagna e Belgio, dove le comunità islamiche spesso sfuggono al controllo delle autorità. In Italia, c’è un maggiore controllo sociale e un’efficace attività di intelligence, grazie a decenni di lotta al terrorismo.