Francesco Ghelardini, un ex rapinatore di banche di 58 anni originario di Milano, ha cambiato vita dopo aver trascorso del tempo in carcere. Oggi lavora come soccorritore per l’organizzazione “Intersos”
Francesco Ghelardini, un ex rapinatore di banche di 58 anni originario di Milano, ha cambiato vita dopo aver trascorso del tempo in carcere. Oggi lavora come soccorritore per l’organizzazione “Intersos” ed è autore di due libri sulla sua esperienza. Ghelardini ha raccontato come sia entrato nel mondo della malavita, iniziando a rapinare banche a soli 18 anni, influenzato dal fratello maggiore e da amici più grandi.
In un’intervista al Corriere della Sera, ha spiegato: «Da anni sono assunto a tempo indeterminato come responsabile e soccorritore alla “Intersos” di Abbiategrasso. La mia nuova vita è questa, con la divisa. Mi è stata data una possibilità, non smetterò mai di ringraziare i responsabili della società». Ha anche descritto come le rapine non fossero semplici furti, ma richiedessero preparazione e coinvolgimento emotivo, affermando: «Un esterno pensa che tutto duri pochi minuti, ma c’è la preparazione, lo studio dell’obiettivo». Ghelardini ha sottolineato che, per lui, il vero obiettivo delle rapine era l’azione stessa, piuttosto che il denaro, dicendo: «Nel ’92 mi sono “ballato” via 500 milioni di vecchie lire in otto mesi. Non riesci ad attribuire un vero valore al denaro che rubi. Ne conosco pochi che sono riusciti ad arricchirsi veramente».
Il suo ultimo arresto nel 2013 è stato un momento cruciale che lo ha spinto a riflettere sulla sua vita. Anche se Ghelardini sostiene che il carcere non funzioni, riconosce che può offrire delle opportunità: «Sebbene il carcere non funzioni, a parte rarissime eccezioni, come conferma lo stesso Ghelardini, non è escluso che possa offrire delle “possibilità”». Oggi lavora per salvare vite e ha trovato un nuovo scopo, ricordando con affetto coloro che lo hanno supportato nel suo percorso di cambiamento.
Durante la presentazione di uno dei suoi libri, ha vissuto un momento toccante abbracciando un carabiniere che lo aveva arrestato in passato, esprimendo il suo rispetto per le forze dell’ordine e riconoscendo la sfida che rappresentano: «Ho grande rispetto degli investigatori. Sai che loro ti danno la caccia, diventa quasi una sfida, giocata sull’astuzia. E vale per entrambi».
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