Il fondatore di Tesla, Elon Musk, sarebbe pronto a collegare l’Italia alla rete satellitare di Starlink in meno di un anno offrendo costi molto vantaggiosi per lo Stato e per gli utenti
Secondo fonti informate sui colloqui tra la premier Meloni e il fondatore di Tesla, Elon Musk sarebbe pronto a collegare l’intero Paese alla rete satellitare di Starlink in meno di un anno, offrendo costi molto vantaggiosi per lo Stato e per gli utenti.
Attualmente, il principale ostacolo proviene dai collaboratori più vicini a Meloni, sia a Palazzo Chigi sia nei ministeri che gestiscono il dossier, che stanno frenando l’idea di consentire a Starlink di presentarsi come un’alternativa a Tim e Open Fiber. La premier ha chiarito che il riconoscimento ricevuto da Musk all’Atlantic Council non è stato una scelta politica, ma un’iniziativa imprenditoriale. Le discussioni tra Meloni e Musk si sono concentrate principalmente sulla proposta di aprire l’Italia al sistema satellitare Starlink, per garantire una connessione rapida a tutte le regioni che ne sono attualmente escluse.
Musk ha comunicato che, se ricevesse il via libera, potrebbe connettere l’intero territorio italiano in un periodo di tempo compreso tra 6 e 9 mesi, a un costo molto inferiore rispetto a quanto richiesto dai fornitori di rete tradizionali. Secondo Starlink, questa proposta presenta vantaggi economici e logistici, considerando che il progetto attuale si basa sui finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che sta subendo ritardi e porterebbe solo il cablaggio nelle regioni interessate. Dopo, sarebbero necessari ulteriori lavori per collegare le case e gli edifici, comportando costi elevati per gli abbonamenti.
Musk, invece, ha proposto di co-finanziare il progetto, mettendo a disposizione la metà dei fondi necessari. Starlink non avrebbe bisogno delle infrastrutture fisiche che utilizzano i provider tradizionali e potrebbe fornire il servizio direttamente agli utenti. Il costo dell’abbonamento sarebbe inferiore a 10 euro al mese, rendendolo più accessibile anche per le persone a basso reddito. In cambio, l’Italia potrebbe beneficiare più rapidamente dei vantaggi economici derivanti da una connessione veloce a Internet, che secondo studi della Banca Mondiale ha effetti positivi immediati sul PIL.
Fonti vicine a Starlink segnalano che Meloni si è dimostrata decisa e interessata, ma le principali resistenze provengono dai suoi collaboratori. Tim e Open Fiber sostengono naturalmente che il loro progetto è superiore. Ora, la decisione finale spetta alla premier. Al momento, non sono previsti altri incontri con Musk, che ritiene non siano necessari: lui è disponibile e pronto a partire subito, ma manca solo il via libera del governo o, quantomeno, la decisione di consentire a Starlink di presentarsi come un progetto alternativo.
La questione va oltre il semplice collegamento alla rete; riguarda anche la possibilità di sviluppare una collaborazione imprenditoriale tra Meloni e Musk in altri settori. Secondo gli americani, il progetto per collegare le regioni più remote dell’Italia è relativamente semplice, poiché le infrastrutture necessarie non sono enormi e l’attivazione sarebbe economica e rapida. Esempi concreti dei successi di Starlink possono essere visti in Paesi come l’Ucraina e lo Zimbabwe.
Se il governo non riesce a prendere decisioni rapide, superando le resistenze interne e burocratiche, ciò potrebbe far suonare un campanello d’allarme riguardo a progetti più complessi, come la costruzione di fabbriche per automobili elettriche di Tesla o collaborazioni nelle attività spaziali. La responsabilità ora ricade sulle spalle di Meloni: deve decidere se aprire a Musk, iniziando con Starlink, oppure rischiare che il loro rapporto rimanga limitato a una stima reciproca e a una convergenza politica.
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