Divorziato e con un figlio disabile: costretto a vivere in auto

Un 64enne è costretto a vivere nella sua auto perché il suo stipendio non è sufficiente per sostenere un affitto o un mutuo. Dopo la separazione dalla moglie, deve pagare l’assegno di mantenimento, oltre a dover provvedere a un figlio disabile, una figlia e due nipoti

Divorziato e con un figlio disabile: costretto a vivere in auto

Leopoldo Socche, un uomo di 64 anni, è costretto a vivere nella sua auto, una Fiat Panda bianca, perché il suo stipendio da vigilante all’Università di Padova non è sufficiente per sostenere un affitto o un mutuo. Dopo la separazione dalla ex moglie, Leopoldo deve pagare 400 euro di assegno di mantenimento, oltre a dover provvedere a un figlio disabile, una figlia e due nipoti.

Il suo stipendio base è di 800 euro, che arriva a 1.200 euro grazie agli straordinari, ma non è abbastanza per far fronte a tutte le spese. Leopoldo ha provato a chiedere aiuto al Comune di Padova e alla Caritas, ma senza successo. Pertanto, ha deciso di aprire una pagina Facebook, “Associazione per la tutela dei diritti degli italiani”, per raccontare la sua storia e raccogliere donazioni.

Oltre ai problemi economici, Leopoldo deve anche affrontare problemi di salute: è cardiopatico e quattro anni fa ha avuto un infarto, con due stent coronarici.

Il sindacato Adl Cobas sta aiutando Leopoldo, evidenziando che si tratta di “un ennesimo esempio di contratti di lavoro povero firmati da altri sindacati”. Tuttavia, dall’Università di Padova non arriva alcuna soluzione, solo parole di dispiacere, in quanto hanno un contratto d’appalto con Civis e non possono controllare le condizioni dei suoi dipendenti.

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