Decreto Infrastrutture: il Ponte di Messina si potrà approvare “a pezzi”

Il governo ha deciso di modificare le modalità di approvazione del progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina. Un emendamento prevede l’approvazione del progetto “per fasi costruttive”. Questo significa che il progetto potrà essere approvato a pezzi

Decreto Infrastrutture: il Ponte di Messina si potrà approvare

Il governo ha deciso di modificare le modalità di approvazione del progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina. I termini per la presentazione del progetto completo scadono oggi, ma poiché il progetto non è pronto, è stato inserito nel Decreto Infrastrutture, approvato con voto di fiducia alla Camera il 30 luglio, un emendamento che prevede l’approvazione del progetto “per fasi costruttive”, anziché in un’unica soluzione. Questo significa che il progetto potrà essere approvato a pezzi, man mano che vengono completate le fasi di costruzione.

L’emendamento ha suscitato entusiasmo da parte di Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina, ma ha incontrato forti critiche da parte dei movimenti che ritengono che questa misura evidenzi l’assenza di un progetto definitivo approvabile e permetta di continuare a utilizzare ingenti risorse pubbliche senza rispettare i limiti di legge.

Le modifiche al Decreto Infrastrutture sono state approvate con 169 voti favorevoli e 101 contrari. Il provvedimento elimina il termine del 31 luglio 2024 per l’approvazione del progetto esecutivo, sostituendolo con la possibilità di approvare il progetto per fasi costruttive. Il decreto modifica anche l’iter di attuazione del “cronoprogramma”, che ora verrà approvato progressivamente. Inoltre, il decreto introduce cambiamenti sulle variazioni dei prezzi e sugli indennizzi per gli espropri. Specifica che la Stretto di Messina S.p.A. non subentra nei debiti gravanti sui proprietari a favore di istituti finanziari e stabilisce che gli indennizzi per espropri devono tenere conto del valore venale dell’immobile maggiorato del 15%, con un massimo di 40.000 euro in caso di immobile adibito a prima casa.

Il decreto ora deve essere approvato dal Senato, con il governo che ha tempo fino al 28 agosto per ratificare le modifiche e garantire che entrino in vigore.

La decisione è stata particolarmente criticata dai comitati contro la costruzione del ponte. Nonostante il progetto sembrasse destinato a fallire, ad aprile è iniziato l’iter per gli espropri, contro cui oltre cento cittadini hanno intentato una causa contro la Stretto di Messina S.p.A. Il 14 giugno, il Tribunale ordinario di Roma ha fissato per il 27 settembre la prima udienza per trattare l’azione inibitoria collettiva.

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