Secondo il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, le attuali dimensioni delle Forze Armate, con un organico di 160.000 effettivi, sono ancora insufficienti rispetto agli impegni e alle minacce attuali nel contesto della Difesa nazionale
Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ha sollevato un forte allarme riguardo alla dimensione delle Forze Armate italiane durante un’audizione informale presso l’Aula della Commissione Difesa della Camera con le Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera e la Commissione Esteri e Difesa del Senato. Secondo l’ammiraglio, le attuali dimensioni delle Forze Armate, con un organico di 160.000 effettivi, sono ancora insufficienti rispetto agli impegni e alle minacce attuali nel contesto della Difesa nazionale.
L’ammiraglio ha citato la legge Di Paola del 2012, che ha stabilito la riduzione progressiva degli organici a 150.000 effettivi, sottolineando che tale decisione è avvenuta in un contesto diverso da quello attuale, caratterizzato da cambiamenti negli impegni e nelle minacce. Ha quindi ribadito la necessità di aumentare gli organici delle Forze Armate per far fronte alle sfide attuali, affermando di aver già fatto richiesta di ulteriori uomini e di continuare a farlo finché non sarà soddisfatta questa esigenza.
Cavo Dragone ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento dell’Unione Europea e della NATO nelle attività nel Mediterraneo allargato, affermando che è cruciale per affrontare efficacemente le sfide legate alle missioni internazionali e alla politica militare. Ha evidenziato la necessità di una maggiore collaborazione e condivisione delle risorse tra i Paesi dell’area per contrastare la minaccia rappresentata da attori regionali come la Russia, l’Iran e la Cina.
L’ammiraglio ha anche evidenziato il ruolo delle Forze Armate nel promuovere la sicurezza e la stabilità nei paesi in cui operano, sottolineando l’importanza di mantenere distanza dagli affari interni di tali paesi e lasciare alle leadership locali la risoluzione dei problemi strutturali.
Riguardo alla presenza delle truppe italiane nel Libano meridionale, interessate dagli scontri tra truppe israeliane e milizie Hezbollah libanesi, Cavo Dragone ha confermato che il contingente italiano nel 2024 è sostanzialmente analogo agli anni precedenti e che stanno lavorando per supportare l’implementazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
L’audizione del Capo di Stato Maggiore Difesa
Il Capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, in audizione informale presso l’Aula della Commissione Difesa della Camera con le Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera e la Commissione Esteri e Difesa del Senato, non ha usato mezzi termini parlando dell’entità delle nostre forze armate rispetto agli attuali impegni della Difesa in tutto il mondo.
“Siamo assolutamente sottodimensionati: 150mila effettivi è improponibile,160mila che è quello che attualmente ci è stato approvato è ancora poco e con 170mila siamo al limite della sopravvivenza”.
“La legge Di Paola del 2102 (che stabilì la progressiva riduzione degli organici a 150mila- NdR) avveniva in un contesto diverso, sono cambiati gli impegni e le minacce. Sono cambiati i tempi, sono cambiate le minacce e l’impegno nostro è molto più massivo”, ha aggiunto. “Sì, ho fatto richiesta per più uomini e continuerò chiedere più uomini fino a che non mi cacciano”.
“Nel Mediterraneo allargato dobbiamo fare di più e meglio. L’Unione Europea e la NATO devono essere assolutamente coinvolte con proposte e iniziative da concordare con i Paesi dell’area. E’ un punto cruciale perché le missioni internazionali e la politica militare sono strumenti preziosi ma devono poter contare sulla massa critica delle energie euroatlanttiche per operare con efficacia nelle tante aree di attrito con la Russia e con i suoi alleati”.
“La messa in comune delle idee e delle risorse nazionali e dell’Ue e della Nato deve diventare un sistema operativo sempre più collaudato e strutturato per contenere la minaccia destabilizzante della Russia e dei suoi alleati nel Mediterraneo allargato e in Africa. Solo così potremo capovolgere la nostro favore l’attuale e forte asimmetria operativa che esiste con Russia, Iran, Cina e altri attori regionali, liberi di poter operare dalle forniture di armamenti letali, agli attacchi cyber, alle politiche di disinformazione in totale deroga alle norme internazionali sulla non proliferazione e non ingerenza negli affari di altri Stati. Su questo campo noi potremmo essere perdenti. E’ importante fare presto – ha aggiunto Cavo Dragone – per impedire che lo spazio Mediterraneo, anche per effetto della guerra in Ucraina, si trasformi in un’area ibrida”.
Per Cavo Dragone “la sicurezza resta un concetto laico. Senza sicurezza le popolazioni soffrono, i diritti vengono negati, la crescita economica è pressoché irrealizzabile e la coesione sociale è in crisi. Il corollario di tale impostazione laica è la capacità di dialogare con tutti, senza preclusioni, avendo come obiettivo la sicurezza, la stabilità e il benessere delle popolazioni dello spazio del Mediterraneo. La loro sicurezza e la nostra, strettamente interconnesse, richiedono uno sforzo cooperativo“.
“Le Forze armate hanno proprio l’obiettivo primario di favorire il conseguimento della capacità operativa adeguata a mantenere le condizioni di sicurezza e stabilità nei paesi in cui cooperiamo. In tale contesto, è importante osservare le dovute distanze dai loro affari interni e lasciare alle leadership locali di risolvere i problemi strutturali, quali la via verso la modernità e la realizzazione di un sistema più efficace di redistribuzione delle risorse”, ha poi sottolineato Cavo Dragone.
Circa la presenza di truppe italiane nel Libano meridionale interessati dagli scontri tra truppe israeliane e milizie Hezbollah libanesi, Cavo Dragone ha ricordato che il contingente italiano in Libano per il 2024 è sostanzialmente analogo agli anni precedenti. “Stiamo operando per supportare una più efficace implementazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell’ONU”.
Il video dell’audizione del Capo di Stato Maggiore Difesa
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