Confermato il divieto di installare sistemi di riconoscimento facciale in Italia

Sia le autorità pubbliche che i privati non potranno installare impianti di videosorveglianza con sistemi di riconoscimento facciale in luoghi pubblici e aperti al pubblico

Confermato il divieto di installare sistemi di riconoscimento facciale in Italia
23 GIUGNO 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – La Camera dei Deputati ha approvato il decreto-legge 51 del 2023, che include l’estensione della moratoria sui sistemi di riconoscimento facciale. Questa moratoria, originariamente prevista per scadere alla fine dell’anno, è stata estesa fino al 31 dicembre 2025. Di conseguenza, sia le autorità pubbliche che i privati non potranno installare impianti di videosorveglianza con sistemi di riconoscimento facciale in luoghi pubblici e aperti al pubblico.

L’emendamento che ha confermato il divieto è stato presentato da Marianna Madia, Lia Quartapelle e Filiberto Zaratti del Partito Democratico ed è stato approvato la settimana scorsa in commissione. Il decreto-legge dovrà ora passare anche al Senato, ma si prevede che non ci saranno grossi problemi dopo l’approvazione alla Camera.

Questa conferma della moratoria non era scontata, poiché il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, aveva precedentemente sostenuto la necessità di installare sistemi di riconoscimento facciale per garantire maggiore sicurezza nelle stazioni, negli ospedali e nelle zone commerciali delle grandi città. Tuttavia, negli anni passati, molti sindaci, soprattutto di centrodestra, avevano cercato di installare telecamere a riconoscimento facciale, ma tutti i loro tentativi erano stati bloccati dal Garante della privacy.

La moratoria impone un divieto esplicito senza possibilità di deroghe, soprattutto per i privati che non potranno più installare sistemi di riconoscimento facciale nei negozi o sui cartelli pubblicitari. I comuni, invece, dovranno richiedere il parere del Garante della privacy prima di installare telecamere, e finora tutti i progetti presentati dalle amministrazioni sono stati bocciati. Tuttavia, l’autorità giudiziaria non è soggetta a controlli preventivi da parte del Garante.

Il riconoscimento facciale utilizza un software per analizzare le immagini delle persone e confrontarle con altre immagini al fine di trovare corrispondenze. Tuttavia, esperti e attivisti segnalano che questi sistemi sono estremamente invasivi per la privacy e spesso mancano norme chiare per regolare l’utilizzo dei dati. Studi condotti negli Stati Uniti hanno evidenziato che molti software sono più accurati nel riconoscere volti di maschi bianchi rispetto a persone nere o donne, a causa dei database di riferimento utilizzati.

La moratoria italiana è in linea con l’orientamento europeo. Il Parlamento europeo ha recentemente approvato il regolamento AI Act (Artificial Intelligence), che impone una serie di norme sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale e del riconoscimento facciale. Il regolamento europeo vieta l’uso di sistemi di analisi biometrica basati su caratteristiche come sesso, etnia e orientamento politico. Sono vietati anche i software predittivi utilizzati dalle forze dell’ordine e quelli che riconoscono le emozioni. Inoltre, non sarà più possibile estrarre dati biometrici da internet o da filmati di telecamere per creare database necessari al riconoscimento facciale. L’approvazione definitiva del regolamento è attesa nei prossimi mesi, seguita da una discussione con gli Stati membri per le applicazioni specifiche.

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