Un team internazionale di ricercatori guidato dalla McMaster University in Canada ha scoperto l’innesco della reazione al glutine che causa la celiachia. Grazie a un modello dell’epitelio intestinale ricostruito in laboratorio, è stato possibile dimostrare per la prima volta che le cellule dell’epitelio sono direttamente coinvolte nell’attivazione del sistema immunitario.
La celiachia è una malattia autoimmune che colpisce una persona su cento e la cui diffusione è quasi raddoppiata negli ultimi 25 anni. Chi ne soffre deve eliminare dalla dieta tutti gli alimenti contenenti tracce di glutine, una proteina presente in grano, segale e orzo, per evitare sintomi intestinali e problemi di assorbimento[1][2].
Per individuare l’innesco della reazione immunitaria, i ricercatori hanno sviluppato modelli (organoidi) dell’epitelio intestinale usando cellule di pazienti celiaci e topi transgenici. Hanno così osservato quali molecole allertano le cellule immunitarie della presenza di glutine e, ricostruendo la sequenza degli eventi, hanno dimostrato il ruolo cruciale dell’epitelio nell’attivare la risposta immunitaria.
Un’altra scoperta importante è che, dopo aver rilevato il glutine, l’epitelio invia segnali più forti alle cellule immunitarie se sono presenti anche agenti patogeni. Ciò suggerisce che potrebbe essere possibile prevenire la celiachia nelle persone a rischio individuando la presenza del patogeno e inibendo la sua interazione con il glutine e l’epitelio intestinale.
I risultati, pubblicati sulla rivista Gastroenterology, potrebbero aprire la strada allo sviluppo di nuove terapie per la celiachia, una malattia per la quale attualmente l’unico trattamento efficace è una rigorosa dieta priva di glutine.