Anche le piante con DNA modificato potranno essere coltivate

In Italia è stata approvata una norma che permette di coltivare le piante che hanno subito un cambiamento genetico attraverso il procedimento Crispr (una tecnica che rende più resistenti le piante alla siccità e ad alcune malattie)

Anche le piante con DNA modificato potranno essere coltivate
10 GIUGNO 2023FONTEUFFICIALEBREAKING NEWS – In Italia è stata approvata una norma che permette alle piante con il DNA modificato di crescere e radicare nel terreno. Questa norma si basa sulle tecniche di evoluzione assistita o Tea, che utilizzano la tecnica Crispr per effettuare interventi di ingegneria genetica più precisi e puliti rispetto alle tecniche tradizionali degli Ogm.

La legge approvata non prevede una diffusione su larga scala, ma consente alle piante con il DNA modificato di essere coltivate solamente per scopi scientifici all’interno di appezzamenti ben delimitati, previa autorizzazione dei ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente.

Luigi Cattivelli, direttore del centro di genomica e bioinformatica del Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura, ha commentato positivamente questa novità, sottolineando che si tratta di un importante passo avanti nell’innovazione genetica in Italia.

La norma è stata introdotta come emendamento al decreto siccità e proposta da Fratelli d’Italia. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha esultato dichiarando che l’Italia è ora all’avanguardia in Europa.

La tecnica Crispr, sviluppata nel 2012 e premiata con il Nobel per la chimica nel 2020, ha già dimostrato successi nell’ottenere piante resistenti a malattie e siccità, nonché piante arricchite di sostanze benefiche. In passato, le ricerche su queste tecniche erano limitate ai laboratori, ma ora si potranno effettuare sperimentazioni sul campo.

Le Tea differiscono dagli Ogm tradizionali in quanto consentono modifiche genetiche più precise e mirate. Con Crispr, è possibile inattivare specifici geni per conferire resistenza alle piante senza dover inserire geni estranei. Inoltre, la tecnica consente di mantenere intatta la varietà delle colture, il che è importante per le varietà di piante legate al territorio.

Le piante Tea sono state testate in laboratorio su diverse colture, tra cui frumento, riso, vite, olivo, pomodoro, basilico, melanzana, fragole, pesche, albicocche, ciliegie e agrumi. Queste piante possono contribuire a ridurre l’uso di pesticidi e ad affrontare malattie come l’oidio, la peronospora e la ticchiolatura.

Tuttavia, l’uso su larga scala delle piante Tea dipenderà dalla rinegoziazione delle norme europee sulla regolamentazione degli Ogm. Attualmente, la tecnica Crispr è inclusa nella categoria degli organismi geneticamente modificati e soggetta a restrizioni. La decisione finale spetterà all’Europa, ma le trattative potrebbero richiedere tempo, in quanto si stanno discutendo anche norme per la riduzione dei pesticidi.

Nonostante le potenziali controversie e il processo complesso, l’Italia ha compiuto un passo significativo nel campo dell’innovazione genetica agricola. Con l’approvazione della norma sulle piante con DNA modificato, basata sulle tecniche di evoluzione assistita, il paese si posiziona all’avanguardia in Europa. Questa norma consente l’utilizzo della tecnica Crispr, che permette interventi di ingegneria genetica più precisi e mirati rispetto alle tecniche tradizionali degli Ogm.

Nonostante la norma non permetta un’ampia diffusione delle piante con DNA modificato, consentendo solo sperimentazioni scientifiche all’interno di aree specifiche e autorizzate, rappresenta comunque un passo avanti importante. La legge è stata proposta come emendamento al decreto siccità da Fratelli d’Italia e ha ottenuto l’approvazione delle commissioni Agricoltura e Ambiente del Senato.

Gli esperti del settore agricolo si mostrano entusiasti di questa novità. Luigi Cattivelli, direttore del centro di genomica e bioinformatica del Crea, sottolinea che è la prima volta che in Italia si esprime un favore all’innovazione genetica. Carlo Gaudio, presidente del Crea, afferma che questa è una fase storica che consente di passare dalla ricerca in laboratorio all’applicazione sul campo.

Le tecniche di evoluzione assistita consentono di ottenere piante resistenti a malattie e siccità, riducendo la dipendenza dai fitofarmaci e contribuendo alla sostenibilità dell’agricoltura. La tecnica Crispr permette di intervenire su geni specifici, senza l’uso di geni estranei o batteri, garantendo una maggiore precisione e sicurezza. Inoltre, la varietà delle colture può essere preservata, un aspetto importante per la biodiversità e per le piante tipiche di determinati territori.

Tuttavia, l’uso delle piante Tea senza restrizioni dipenderà dalla rinegoziazione delle norme europee che regolamentano gli Ogm. Attualmente, la tecnica Crispr è considerata un organismo geneticamente modificato e soggetta a restrizioni. La decisione spetterà all’Europa, ma le trattative potrebbero richiedere tempo e coinvolgere anche la discussione su una riduzione drastica dell’uso dei pesticidi.

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