QN – Analisi dei conti pubblici in Italia: crescono entrate e debito pubblico

Nel primo semestre del 2024, le entrate tributarie per lo Stato sono cresciute del 7,5%, con un aumento di 17,5 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel solo mese di giugno 2024, le entrate dello Stato sono aumentate del 9,9% rispetto a giugno 2023, con una crescita di 3,8 miliardi. È prevedibile che questa tendenza venga confermata anche dai dati di luglio 2024, che quest’anno comprendono anche il giorno conclusivo dei pagamenti delle rate Ires e Irpef normalmente in scadenza a fine giugno, ma che nel 2024 sono scivolate al 1° luglio, poiché il 30 giugno era domenica.

Secondo la Banca d’Italia, la crescita delle entrate è dovuta a vari fattori, come l’aumento dell’occupazione regolare e il buon andamento di molte imprese di diversi settori nel 2023. Inoltre, le imposte sugli interessi corrisposti dagli istituti di credito ai depositanti sono cresciute di oltre tre miliardi di euro nel primo semestre 2024.

La Banca d’Italia ha anche reso noto che, sempre a fine giugno, il debito pubblico è cresciuto a 2.948,5 miliardi di euro, un record. Solamente a settembre, alla vigilia della presentazione autunnale in Parlamento del disegno di legge di Bilancio dello Stato per il 2025, si avranno tutti i dati aggiornati e completi necessari.

Nel frattempo, cresce l’attesa per le decisioni che le Banche Centrali, in particolare quella statunitense e quella europea, potranno prendere nelle prossime settimane sui tassi ufficiali. Se la Federal Reserve Usa diminuirà il tasso ufficiale, questa scelta potrà favorire un clima di maggior fiducia per l’economia statunitense ed europea, che potrà a sua volta ridurre i propri tassi, favorendo la ripresa dello sviluppo e dell’occupazione e combattendo la recessione, soprattutto in Germania.

Se si innesterà questa tendenza alla riduzione dei tassi ufficiali di sconto delle principali Banche Centrali dell’Occidente, anche gli Stati più indebitati, come l’Italia, ne trarranno vantaggio, potendo diminuire i costi per i rendimenti delle nuove emissioni dei Titoli del debito pubblico.

Queste prospettive mantengono tuttavia un elevato grado di incertezza anche per il prolungarsi dei gravi conflitti in Ucraina e nel Medio Oriente, che comportano rilevanti problematiche soprattutto per l’Europa e per l’economia italiana, che subisce particolarmente gli alti costi dell’energia e per i trasporti marittimi, penalizzati dalla perdurante crisi del Mar Rosso. Saranno decisivi anche gli sforzi dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali nella limitazione della spesa pubblica e nella lotta all’evasione fiscale.