Cos’è il cloud seeding (l’inseminazione delle nuvole)

Il Cloud seeding (o inseminazione delle nuvole) è una tecnica che permette di stimolare artificialmente la produzione di pioggia all’interno delle nuvole

Cos’è il cloud seeding (l'inseminazione delle nuvole)
Cos’è il cloud seeding (l’inseminazione delle nuvole). L’inseminazione delle nuvole (o in inglese “cloud seeding”) è una tecnica che permette di stimolare artificialmente la produzione di pioggia all’interno delle nuvole. In pratica, è una tecnica che modifica il clima attraverso la dispersione nelle nubi di sostanze chimiche che fungono da “nuclei di condensazione” per favorire le precipitazioni.

Questa tecnica può essere impiegata sia per aumentare la piovosità in zone aride sia per prevenire la formazione di grandine in fronti temporaleschi.

Le sostanze possono essere disperse da aerei, rilasciate da dispositivi a terra, o veicolate tramite uso di razzi o cannoni antiaerei. Le sostanze, in base alla tecnica impiegata, possono essere iniettate direttamente nelle nuvole, lasciate cadere al di sopra di esse oppure disperse al di sotto delle nuvole affinché siano trasportate al loro interno dalle correnti ascensionali.

Quali sostante sono impiegate per il cloud seeding?

Le sostanze maggiormente utilizzate per il cloud seeding sono lo “ioduro d’argento” e il “ghiaccio secco” (o biossido di carbonio congelato).

Inoltre, per produrre ghiaccio a temperature superiori sono usate “espansioni di propano liquido” per produrre cristalli, ed è in aumento l’uso di materiali igroscopici (come il sale) che sembrano dare risultati promettenti.

Come funziona la tecnica del cloud seeding?

Per la formazione del ghiaccio è necessario che la nuvola contenga “acqua sopraffusa allo stato liquido” (ovvero a una temperatura inferiore ai 0 °C). Dopo di che, l’introduzione di una sostanza come lo “ioduro d’argento” (che ha una struttura cristallina simile al ghiaccio), induce una reazione di congelamento del vapore acqueo per “nucleazione eterogenea“.

Invece, l’espansione di propano (o di ghiaccio secco) raffredda l’aria abbastanza da far nucleare spontaneamente i cristalli di ghiaccio dallo stato gassoso. A differenza dello ioduro d’argento, questa nucleazione non richiede particelle d’acqua preesistenti, dal momento che produce una quantità di vapore estremamente alta, vicino al livello di saturazione.

La scoperta del cloud seeding

Vincent Schaefer scoprì il principio dell’inseminazione delle nuvole nel luglio 1946 attraverso una serie di eventi fortuiti, durante una scalata sul Monte Washington, nello Stato di New York.

In seguito ad una discussione con il premio nobel Irving Langmuir, Schaefer (che era un suo collaboratore) ebbe l’idea di creare nubi sovraraffreddate usando una speciale microfibra. Usò molte sostanze potenziali per stimolare la formazione di cristalli di ghiaccio (come sale, talco in polvere, terra ed altre sostanze chimiche), finché in quello stesso mese, proprio nel giorno più caldo ed afoso, mentre stava conducendo esperimenti allo Schenectady Lab., notò che l’aria non si era raffreddata abbastanza.

Decise, quindi, di innescare il processo usando ghiaccio secco per abbassare la temperatura, ed in effetti si ebbe la formazione di milioni di microcristalli, con un grado di riflessione della luce così alto da illuminare la maggior parte della stanza. L’esperimento fu facilmente replicato, ed egli stabilì anche in −40 °C il limite di temperatura per la formazione di ghiaccio.

Contemporaneamente il noto climatologo Bernard Vonnegut, collega di Schaefer, creò un metodo di inseminazione usando “iodio” ed “argento” per produrre “ioduro d’argento“. Così, mentre Schaefer alterava la temperatura all’interno della nuvola, Vonnegut ne alterava la struttura cristallina sfruttando la proprietà detta “parametro di rete tra due tipi di cristallo“.

Il primo tentativo di alterare la struttura delle nuvole attraverso le tecniche di “cloud seeding” si svolse durante un volo nel novembre dello stesso anno nello Stato di New York, quando Schaefer riuscì a stimolare una precipitazione nevosa presso il monte Greylock, nel Massachusetts orientale. In seguito inseminò una nube con circa 2 kg di ghiaccio secco da una distanza di 96 km dall’aeroporto della contea di Schenectady.

Dove viene utilizzato il cloud seeding

La tecnica dell’inseminazione delle nuvole viene utilizzata principalmente negli USA e in Cina per favorire l’agricoltura in quelle aree colpite da siccità, per indurre nevicate nelle principali stazioni sciistiche o per diminuire l’inquinamento andando a migliorare la qualità dell’aria e ad avere cieli più limpidi. Un altro Paese che fa ampio uso di questa tecnica sono gli Emirati Arabi Uniti, dove le piogge sono scarse e per questo motivo dagli anni ’90 il governo ha speso decine di milioni di euro in questa tecnologia.

Il cloud seeding impiegato in guerra

La cosiddetta “guerra meteorologica” consiste nell’uso di tecniche di modificazione del tempo atmosferico, come l’inseminazione delle nubi (cloud seeding), per scopi militari.

Prima della convenzione di Ginevra, gli Stati Uniti hanno usato la guerra meteorologica nella guerra del Vietnam. L’Operazione Popeye degli Stati Uniti utilizzò il cloud seeding sopra il sentiero di Ho Chi Minh, aumentando le precipitazioni di circa il 30% durante il 1967 e il 1968. Si sperava che l’aumento delle precipitazioni potesse ridurre il tasso di infiltrazione lungo il sentiero.

Inoltre, in un documento di ricerca prodotto dalla United States Air Force scritto nel 1996, si parla del futuro uso di nanotecnologie per produrre “meteo artificiale” (nuvole di particelle microscopiche computerizate tutte comunicanti tra loro per formare una nebbia intelligente, che potrebbe essere utilizzato per vari scopi).

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