Il Riconoscimento facciale è una tecnica di intelligenza artificiale, utilizzata in biometria per identificare o verificare l’identità di una persona a partire da una o più immagini che la ritraggono
Cos’è il Riconoscimento facciale. Di recente si è tornato a parlare di Riconoscimento facciale perché il Garante della privacy ha aperto un’istruttoria nei confronti del Comune di Lecce e di quello di Arezzo. Nel primo caso, il provvedimento è stato preso per aver avviato un sistema che impiega tecnologie di riconoscimento facciale. Nel secondo caso, invece, nel mirino dell’autorità ci sarebbe la sperimentazione dell’utilizzo degli occhiali infrarossi per la rilevazione di infrazioni attraverso la targa dei veicoli. Grazie al collegamento del numero di targa con alcune banche dati nazionali, gli occhiali infrarossi possono verificare la validità dei documenti del conducente.
Per quanto riguarda il riconoscimento facciale, anche se l’utilizzo di queste tecnologie viene consentito solo per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all’esercizio di pubblici poteri, i comuni possono impiegare questo tipo di tecnologie di sorveglianza solo quando viene stipulato il patto per la sicurezza urbana tra sindaco e prefettura.
Inoltre, come previsto da un emendamento proposto dall’allora deputato del Pd Filippo Sensi all’interno del decreto Capienze, poi diventato legge 205 del 3 dicembre 2021, fino alla fine del 2023, o fino all’entrata in vigore di una legge specifica in materia, in Italia l’impiego di sistemi di riconoscimento facciale con i dati biometrici è consentito solo per indagini della magistratura o per prevenire o reprimere atti illeciti.
In seguito a questa istruttoria, il comune di Lecce dovrà fornire al Garante della privacy tutti i dettagli che riguardano i sistemi che sono stati adottati e lo scopo per cui i dati vengono raccolti, l’elenco delle banche dati consultate dai dispositivi e la valutazione dell’impatto del trattamento dei dati che deve sempre essere effettuata dal titolare in caso in cui avvenga una “sorveglianza sistematica su larga scala di una zona accessibile al pubblico“.
Anche il comune di Arezzo dovrà fornire al Garante una copia dell’informativa che verrà anche consegnata sia ai conducenti dei veicoli, sia al personale che indosserà gli occhiali smart, oltre alla valutazione d’impatto sul trattamento dei dati.
Cos’è il riconoscimento facciale
Il Riconoscimento facciale è una tecnica biometrica atta ad identificare in modo univoco una persona confrontando e analizzando modelli basati sui suoi “contorni facciali“.
Vi sono diverse tecniche di riconoscimento facciale, come il riconoscimento facciale “generalizzato” e il riconoscimento facciale “regionale adattativo“. La maggior parte dei sistemi di riconoscimento facciale funzionano in base ai diversi punti nodali di un volto umano. I valori misurati rispetto alla variabile associata ai punti del volto di una persona aiutano ad identificare o verificare la persona in modo univoco. Con questa tecnica, le applicazioni possono utilizzare i dati acquisiti dai volti e possono identificare accuratamente e rapidamente gli individui interessati.
Come funziona il Riconoscimento facciale?
Il Riconoscimento facciale può essere utilizzato per riconoscere istantaneamente chi è la persona che si trova di fronte al sensore (fotocamera digitale, videocamera, webcam, ecc.). Il riconoscimento avviene mediante tecniche di elaborazione digitale delle immagini, ignorando tutto quello che non rappresenta una faccia (come edifici, alberi, corpi, che vengono solitamente definiti background).
Per facilitare l’individuazione di una faccia, i primi sistemi tenevano conto che un viso umano è composto da 2 occhi, 1 naso e 1 bocca. I sistemi più recenti, invece, riescono a riconoscere una persona anche se questa ha il viso ruotato o non in visione frontale. Il riconoscimento può avvenire modellando la faccia come un oggetto in 2 dimensioni (2D) o in tridimensionale (3D).
Tra i principali metodi utilizzati per il Riconoscimento facciale vi sono:
- PCA (Principal Component Analysis): permette di ottenere da uno spazio ad alta dimensionalità (pari al numero di pixel dell’immagine) un sottospazio significativo ai fini del riconoscimento. Richiede una quantità di risorse computazionali relativamente ridotta ma risente fortemente di rotazioni e traslazioni, come pure di variazioni di illuminazione e sfondo;
- LDA (Linear Discriminant Analysis): oltre a ottenere un sottospazio di dimensionalità minore (come nel caso della PCA), permette una suddivisione in classi all’interno delle quali la varianza è minima;
- Metodi Kernel;
- Metodo delle wavelet Gabor;
- Modello di Markov nascosto;
- Active Appearance Models (AAM).
Poiché i diversi algoritmi presentano punti di forza e di debolezza diversi fra loro, spesso vengono combinati per migliorare la qualità dei risultati.
Quali sono le norme per la privacy che limitano il riconoscimento facciale
Il Regolamento generale per la protezione dei dati personali 2016/679 (General Data Protection Regulation o GDPR) è la principale normativa europea in materia di protezione dei dati personali.
Secondo l’art. 9.1 del GDPR “è vietato trattare dati personali che rivelino l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l’appartenenza sindacale, nonché trattare dati genetici, dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica, dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all’orientamento sessuale della persona”.
Cosa sono i dati biometrici viene specificato nell’art. 4.14: sono “i dati personali ottenuti da un trattamento tecnico specifico relativi alle caratteristiche fisiche, fisiologiche o comportamentali di una persona fisica che ne consentono o confermano l’identificazione univoca, quali l’immagine facciale o i dati dattiloscopici“.
Secondo il GDPR, per ottenere un consenso conforme è necessaria una dichiarazione o un’azione positiva inequivocabile. Il consenso deve quindi essere esplicito, potrebbe ad esempio consistere in una dichiarazione scritta. Nel contesto digitale invece è possibile compilare moduli elettronici a tale scopo.
Art 7.1 del GDPR: “Qualora il trattamento sia basato sul consenso, il titolare del trattamento deve essere in grado di dimostrare che l’interessato ha prestato il proprio consenso al trattamento dei propri dati personali“. Il titolare del trattamento deve quindi assicurarsi che la dichiarazione sia firmata dall’interessato in modo da evitare una possibile mancanza di prove in futuro.
Inoltre, l’art. 7.3 specifica che l’interessato ha il diritto di revocare il proprio consenso in qualsiasi momento.
Smartphone e riconoscimento facciale
L’utilizzo della tecnologia “intelligente” del Riconoscimento facciale su dispositivi di uso personale (come smartphone, tablet e PC) è diventato comune per larga parte dell’utenza (privata o aziendale).
Il riconoscimento facciale tramite fotocamera si basa sulle camere frontali per identificare il volto del proprietario del device. Praticamente tutti gli smartphone Android hanno incluso questa funzione dal rilascio di Android 4.0 nel 2011.
Il modo in cui funziona il riconoscimento mediante fotocamera è semplice: quando si attiva la funzione per la prima volta (es. al momento della prima accensione del device), il dispositivo chiede all’utente di catturare immagini del suo viso, anche più volte e da diverse angolazioni. Successivamente il dispositivo utilizza un algoritmo software per estrarre le caratteristiche facciali dell’utente e le memorizza per “riferimenti futuri“. Da quel momento in poi, ogni volta che qualcuno tenterà di sbloccare il dispositivo, il dispositivo confronterà i tratti somatici “di chi ha di fronte” con i dati di riferimento archiviati nel device.
Riconoscimento facciale a infrarossi
Mentre la maggior parte dei dispositivi possiedono una fotocamera frontale, il Riconoscimento facciale a infrarossi richiede la presenza di un hardware aggiuntivo. Non tutte le soluzioni di riconoscimento facciale a infrarossi sono, però, uguali. Il primo tipo di riconoscimento facciale basato sugli infrarossi comporta lo scatto di una foto bidimensionale del viso dell’utente, simile al metodo precedente, ma nello “spettro” degli infrarossi. Il vantaggio principale è che le telecamere a infrarossi non hanno bisogno che il viso sia ben illuminato e possono funzionare anche in ambienti poco illuminati. Sono anche molto più resistenti ai tentativi di intrusione da parte di soggetti non autorizzati, poiché le telecamere a infrarossi utilizzano l’energia termica o il calore per formare un’immagine.
Riconoscimento facciale e SPID
Per attivare lo SPID, che permette ai cittadini di usufruire di numerosi servizi digitali della Pubblica Amministrazione, con alcuni gestori è possibile procedere con il riconoscimento facciale “da remoto“, ossia tramite la fotocamera del dispositivo in uso da parte dell’utente (es. smartphone).
Tale modalità di riconoscimento permette all’utente di attivare il servizio mediante operatore “che lo intervista” da remoto (previa verifica di un documento di riconoscimento in corso di validità e/o di tessera sanitaria), evitando così il recarsi presso gli uffici preposti.
A differenza del riconoscimento con Intelligenza Artificiale, il riconoscimento per l’attivazione dello SPID vede la presenza dell’operatore connesso da remoto, che interagisce con l’utente abbinando il riconoscimento del viso con il riconoscimento del documento di identità.
Riconoscimento Facciale di Google
Google utilizza il Riconoscimento Facciale (“Face Match”) in alcune sue applicazioni che spaziano dal riconoscimento del volto nelle foto (Google Photos) all’utilizzo della tecnologia per finalità di sicurezza (come il contrasto al terrorismo).
Il Face Match di Google permette di scansionare il viso dell’utente per creare un “modello facciale”, che il Nest Hub Max (smart display di Google) utilizza poi per presentare informazioni personalizzate sugli appuntamenti in calendario, i messaggi di testo e così via. Permette, inoltre, di firmare con la propria impronta digitale ovvero mediante l’APP (tracciamento online mediante impronta digitale, ergo utilizzo massivo della biometria). Quando la funzione Face Match di Google Nest Hub Max è attivata, la stessa monitora e analizza costantemente l’input dalla fotocamera del dispositivo per rilevare i volti (si tratta di un rilevamento attivo H24).
Riconoscimento Facciale di Facebook
Facebook ha attivato l’opzione di riconoscimento facciale delle immagini pubblicate dagli utenti, generando alcune polemiche inerenti alla tutela della privacy delle persone ritratte. Meta (proprietaria di Facebook e di altre piattaforme) sta, però, procedendo verso un abbandono dell’uso del riconoscimento facciale sulle sue piattaforme.
Riconoscimento Facciale Apple
Apple utilizza il riconoscimento facciale per consentire agli utenti di accelerare lo sblocco dei telefoni, l’accesso alle app e gli acquisti.
Il Face ID di Apple, per esempio, utilizza una serie di sensori per catturare una rappresentazione tridimensionale del viso dell’utente (Riconoscimento 3D). Lo fa utilizzando un illuminatore e un proiettore di punti per proiettare migliaia di piccoli punti invisibili sul viso dell’utente. Un sensore a infrarossi misura successivamente come sono disposti i punti e crea una mappa di profondità del viso dell’utente.
Australia e riconoscimento facciale
L’Australia sta lentamente procedendo verso un uso massivo del riconoscimento facciale. Negli ultimi anni, qualsiasi foto scattata in occasione dell’ottenimento della patente di guida o in caso di rilascio/rinnovo del passaporto, è stata automaticamente trasferita verso una nuova rete nazionale che il governo di Canberra sta creando.
Gli Stati australiani di Victoria e Tasmania hanno già iniziato a caricare i dati delle patenti di guida in propri database locali, i quali saranno collegati al futuro database nazionale in costituzione.
Nel dettaglio sarà permesso alle agenzie governative e alle imprese private “autorizzate” di utilizzare i documenti caricati nel database nazionale (anche fototessere) per procedere con lo “sfruttamento” di tali documenti ai fini del riconoscimento facciale degli interessati.
Accanto al servizio di verifica dei documenti, verrebbe introdotto un servizio di identificazione facciale per le forze dell’ordine australiane. Le persone che ottengono il passaporto firmano un modulo in cui si afferma che le loro fotografie saranno utilizzate a fini di corrispondenza biometrica.
Stati Uniti e riconoscimento facciale
Negli Stati Uniti l’uso della tecnologia di riconoscimento facciale è in costante aumento. Un recente rapporto di “Fight for the Future” ha esaminato la frequenza con cui le forze dell’ordine americane utilizzano software per la scansione di milioni di foto di cittadini, spesso a loro insaputa o senza il loro consenso.
Ad esempio, in Texas, Florida e Illinois, l’FBI scansiona i database fotografici delle patenti di guida USA con tecnologia di riconoscimento facciale senza il consenso dei cittadini, trasformando i database dipartimentali dei veicoli a motore in una vera e propria infrastruttura di sorveglianza senza precedenti.
In molti aeroporti statunitensi, la polizia di frontiera utilizza il riconoscimento facciale per controllare i passeggeri dei voli internazionali. E in città come Baltimora, la polizia ha utilizzato un software di riconoscimento facciale per identificare e arrestare gli individui durante alcune proteste.
Francia e riconoscimento facciale
La Francia è destinata a diventare il primo paese europeo ad utilizzare la tecnologia di Riconoscimento facciale “di Stato” con l’obiettivo di fornire ai cittadini un’identità digitale sicura.
Il governo del presidente Emmanuel Macron sta per lanciare un programma di identificazione, chiamato Alicem, dopo una fase sperimentale durata 6 mesi. Alicem è un acronimo che potrebbe essere tradotto come “autenticazione online certificata su dispositivo mobile“. E’ una’app che permetterà (a detta del governo), a chiunque deciderà di usarlo, di provare la propria identità su internet in modo sicuro.
Il suo funzionamento è il seguente: l’app legge il chip presente sul passaporto elettronico dell’interessato, ed incrocia con sistema biometrico la foto con i dati dell’utente presenti sul suo dispositivo mobile, per convalidare l’identità. Una volta confermato, l’utente può accedere a una serie di servizi pubblici senza ulteriori controlli da parte delle autorità. Il governo francese ha affermato che i filmati utilizzati per il riconoscimento facciale saranno cancellati “entro pochi secondi” dalla registrazione dell’utente.
Tuttavia l’autorità della privacy francese CNIL, ha detto che il programma del governo viola alcune disposizioni del GDPR, poiché il sistema non fornisce alternative al riconoscimento facciale per accedere a determinati servizi.
Regno Unito e riconoscimento facciale
Nel Regno Unito, centri commerciali, musei, centri congressi, ecc., sono tutti interessati all’uso di questa tecnologia.
Un’indagine dell’organizzazione britannica Big Brother Watch (BBW) ha, infatti, scoperto che le aziende private del Regno Unito alimentano il propagarsi dell’uso del riconoscimento facciale. Il BBW ha pubblicato i risultati il giorno dopo che l’autorità della privacy britannica ICO ha annunciato l’apertura di un’indagine sull’uso del riconoscimento facciale in un nuovo importante centro commerciale nel centro di Londra. BBW ha dichiarato di aver scoperto che in molte parti del Regno Unito vi è un uso massivo del riconoscimento facciale senza l’utilizzo di idonee informazioni che avvertano gli interessati.
In Inghilterra, inoltre, la British Airways permette di utilizzare il riconoscimento facciale per l’imbarco dei passeggeri che si spostano nel Regno Unito. I volti dei passeggeri possono essere analizzati da una telecamera per verificarne l’identità e consentire l’accesso all’aereo senza mostrare alcun passaporto o carta di imbarco. La compagnia aerea utilizza questa tecnologia per i voli interni al Regno Unito in partenza da Heathrow e sta lavorando a un servizio di imbarco biometrico per i voli internazionali in partenza da tale aeroporto.
Cina e e riconoscimento facciale
In Cina il Riconoscimento facciale viene utilizzato tramite un sistema di videocamere nelle strade delle grandi città schedando milioni di persone.
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