Cos’è il Curling?

Il curling è uno sport di squadra che si pratica su un campo di gioco di ghiaccio e utilizza pesanti pietre di granito levigate

Cos'è il Curling
Cos’è il Curling? Il curling è uno sport di squadra che si pratica su un campo di gioco di ghiaccio e utilizza pesanti pietre di granito levigate, chiamate “sassi” o “pietre“, che hanno un’impugnatura.

2 squadre, composte da 4 giocatori ciascuna, si sfidano facendo scivolare le pietre sulla superficie di gioco verso un’area chiamata casa, che è costituita da tre anelli concentrici.

Le squadre si alternano nel lancio delle pietre, utilizzando una tecnica chiamata curling per farle percorrere una traiettoria curvilinea. Ogni squadra ha 8 lanci per ogni “end”, che rappresenta l’intervallo di gioco, e ogni giocatore ha 2 lanci per turno.

L’obiettivo del gioco è accumulare più punti possibile rispetto all’avversario. I punti vengono assegnati in base alla posizione delle pietre rispetto al centro della casa alla fine di ogni mano. Una mano si conclude quando entrambe le squadre hanno lanciato tutte le loro pietre, e una partita può essere composta da 10 o 8 mani.

La traiettoria curvilinea delle pietre può essere influenzata dalla tecnica di utilizzo delle scope da curling, utilizzate per abradere la superficie del ghiaccio davanti alla pietra, modificandone il percorso.

La strategia e la tattica sono fondamentali in questo sport, che viene spesso definito “scacchi sul ghiaccio“. La squadra deve lavorare insieme per determinare la migliore posizione e percorso per ogni pietra, al fine di raggiungere l’obiettivo desiderato.

Origini e storia

Il curling si ritiene sia stato creato nella Scozia medievale. Il primo riferimento scritto di una partita con delle pietre sul ghiaccio proviene dai registri dell’Abbazia di Paisley, nel Renfrewshire, risalenti a febbraio del 1541. Due dipinti, entrambi datati 1565, di Pieter Bruegel il Vecchio, ritraggono dei contadini olandesi che giocano a curling. La Scozia e i Paesi Bassi avevano importanti relazioni commerciali e culturali durante questo periodo, come dimostra anche la storia del golf.

Un’altra prova dell’esistenza del curling in Scozia agli inizi del XVI secolo è una pietra sulla quale è incisa la data del 1511, scoperta insieme ad un’altra con la data 1551. La scoperta avvenne quando nella città scozzese di Dunblane venne prosciugato un vecchio stagno.

Il Curling Club Kilsyth sostiene di essere il primo club di curling del mondo, essendo stato formalmente costituito nel 1716 e ancora oggi attivo. La città scozzese di Kilsyth sostiene di possedere il più antico stagno artificiale costruito appositamente per il curling, situato a Colzium. Questo stagno venne creato tramite la costruzione di una piccola diga che ha creato un bacino idrico poco profondo, di circa 100×250 metri. Tuttavia, le condizioni climatiche necessarie per giocare a curling si verificano sempre meno spesso, a causa degli inverni sempre più caldi.

Il termine “curling” compare per la prima volta in una stampa del 1620 a Perth, nella prefazione in versi di una poesia di Henry Adamson. In passato, il gioco era noto anche come “il gioco tuonante” a causa del rumore prodotto dalle pietre che scivolavano sulla superficie di gioco preparata con il “pebble” (una serie di gocce d’acqua).

Le pietre usate inizialmente erano dei semplici sassi di fiume a fondo piatto, talvolta dentellati o di forma irregolare. A differenza di oggi, i giocatori avevano poco controllo sulle pietre, basandosi più sulla fortuna che sull’abilità o sulla strategia.

Si narra che a Darvel, nell’East Ayrshire, i tessitori si divertissero giocando a curling. Le pietre utilizzate erano i pesi di pietra dei filatoi, dotati di un manico staccabile. Tra una partita e l’altra, diverse mogli tenevano la maniglia in ottone delle pietre da curling, lucidata fino a farla brillare, sulla mensola del caminetto.

Il curling all’aperto fu molto popolare in Scozia dal XVI al XIX secolo, soprattutto grazie al clima invernale rigido che garantiva lo spessore necessario del ghiaccio per giocare. La Scozia ospita la World Curling Federation, organizzazione internazionale che governa il gioco del curling con sede a Perth. La WCF si è originata come parte del Royal Caledonian Curling Club, considerato la “madre dei club” del curling.

Attualmente, il gioco si è maggiormente affermato in Canada occidentale, portato dagli emigranti scozzesi. Il Royal Montréal Curling Club, fondato nel 1807, è il più antico club di questo sport ancora in attività in Nord America. Il primo club di curling negli Stati Uniti fu fondato nel 1830, anche grazie agli emigranti scozzesi, mentre in Svizzera e Svezia il gioco fu introdotto prima della fine del XIX secolo. Oggi il curling è praticato in tutta Europa e si è diffuso anche in Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Cina e Corea del Sud.

Il primo campionato mondiale di curling maschile, noto come Scotch Cup, si tenne a Falkirk ed Edimburgo, in Scozia, nel 1959. Il primo titolo mondiale fu vinto dal team canadese di Regina, in Saskatchewan, guidato da Ernie Richardson.

Attrezzature
Campo da gioco del curling

Il campo da gioco del curling è descritto dal regolamento di gioco della Federazione Mondiale di Curling. La superficie di gioco è una lastra di ghiaccio appositamente preparata per essere il più piatta e livellata possibile. Le dimensioni del campo variano tra 146 e 150 piedi di lunghezza (circa 45-46 metri) e 14,5 piedi di larghezza (circa 4,4 metri). Grazie alla sua forma allungata, è possibile disporre più campi fianco a fianco nella stessa area, consentendo lo svolgimento di più partite contemporaneamente.

Ciascuna estremità del campo ha la cosiddetta “casa“, una serie di anelli concentrici. La casa è composta da tre anelli dipinti di colore diverso, che prendono il nome dalla misura del loro diametro in piedi. L’anello centrale (rosso) è chiamato “four-foot ring” (anello da 4 piedi, pari a 1,21 metri), quello successivo (bianco) “eight-foot ring” (anello da 8 piedi, pari a 2,44 metri) e infine il più grande (blu) “twelve-foot ring” (anello da 12 piedi, pari a 3,66 metri). Gli anelli sono solo un aiuto visivo per prendere la mira e giudicare quale stone sia più vicina al centro, ma non influenzano il punteggio. La stone deve toccare almeno il twelve-foot ring per fare punteggio.

Ciascuna abitazione ha il suo centro esattamente all’intersezione della linea che divide longitudinalmente il campo in due parti uguali, detta centerline (in italiano “linea centrale”), e di una linea perpendicolare chiamata teeline, tracciata a 3,66 metri (12 piedi) dalle staffe. Queste linee suddividono le case in quarti.

Il centro di ogni abitazione, dove si incontrano la centerline e la teeline, è conosciuto come “bottone” (in inglese “button”). Due hogline (“linea del maiale”) sono tracciate perpendicolarmente alla centerline a 10,05 metri (33 piedi) dalle staffe.

Le staffe sono posizionate a 3,66 metri (12 piedi) dietro ogni bottone. Una staffa (chiamata spesso “hack” in inglese) è un supporto che i giocatori utilizzano per dare la spinta quando effettuano il tiro. Nelle arene sono solitamente installate due staffe gommate fisse, una su ciascun lato della centerline, con il bordo interno a non più di 7,6 cm (3 pollici) dalla centerline e il cui bordo anteriore non deve superare l’hackline (linea delle staffe). Può anche essere usata una sola staffa, come spesso accade nel curling openair, dove si utilizza una staffa mobile posta sulla centerline.

Il ghiaccio utilizzato nel curling, sebbene possa essere di origine naturale, viene solitamente prodotto da un impianto di refrigerazione a serpentina. Questo sistema prevede il passaggio di una soluzione salina attraverso una serie di tubazioni posti longitudinalmente sul fondo di una superficie d’acqua. La maggior parte delle strutture utilizzate per il curling sono dotate di un icemaker, ovvero un addetto specializzato nel mantenere il ghiaccio in perfette condizioni.

Nelle principali competizioni di curling, la manutenzione del ghiaccio riveste un’importanza fondamentale. Eventi di grande portata, come il Tim Hortons Brier o i campionati internazionali, si svolgono in arene che rappresentano una vera e propria sfida per gli icemaker. Essi devono costantemente monitorare e regolare la temperatura del ghiaccio e dell’aria, nonché i livelli di umidità dell’aria, al fine di garantire una superficie di gioco uniforme. Per questo motivo, ogni campo di gioco è dotato di sensori per monitorare la temperatura superficiale e l’umidità dell’aria.

La preparazione del ghiaccio prevede anche la distribuzione di piccole goccioline d’acqua sulla superficie, le quali, una volta congelate, creano una superficie grumosa simile alla buccia di un’arancia. Queste goccioline sono chiamate “pebble” e influenzano la traiettoria e l’effetto della pietra. È importante che l’icemaker sia consapevole dell’usura del pebble, poiché questo può cambiare durante la partita e influire sulle condizioni di gioco. Di conseguenza, il ghiaccio deve essere raschiato e riformato prima di ogni partita.

Stone da curling

La pietra utilizzata per il curling (anche nota come sasso), definita dalla World Curling Federation, è un disco di pietra spesso con un peso compreso tra 38 e 44 libbre (circa 17,24 e 19,96 kg) e una maniglia fissata sulla parte superiore. La circonferenza massima consentita è di 36 pollici (circa 91,44 cm) e l’altezza minima ammessa è di 4,5 pollici (circa 11,43 cm). La maniglia è collegata da un bullone che scorre verticalmente attraverso un foro al centro della pietra. La maniglia consente di impugnare e ruotare la pietra durante il rilascio; su una superficie ghiacciata preparata adeguatamente, la pietra curva nella direzione in cui il bordo anteriore della pietra stessa sta girando. Più la pietra rallenta, più l’effetto del curl è marcato, quindi un tiro lento curverà prima e maggiormente di un tiro più veloce. Le maniglie sono colorate per identificare le pietre di ciascuna squadra, i due colori più popolari nei tornei più importanti sono il rosso e il giallo. L’unica parte della pietra a contatto con il ghiaccio è la corona, una stretta porzione del sasso fatta ad anello, di spessore compreso tra 0,5 e 0,25 pollici (da 1,27 a 0,635 cm) e di 5 pollici di diametro (circa 12,7 cm). I lati della pietra convergono verso il basso (verso la corona) e la parte interna della corona è concava e vuota per eliminare il ghiaccio.

Di solito, le pietre usate nel curling sono fatte di due varietà specifiche di granito: il Blue Hone e l’Ailsa Craig Common Green. Entrambi vengono estratti sull’isola di Ailsa Craig, situata al largo della costa dell’Ayrshire in Scozia. Il Blue Hone ha un basso tasso di assorbimento dell’acqua, il che previene la formazione di ghiaccio e l’erosione della pietra. L’Ailsa Craig Common Green è di qualità inferiore rispetto al Blue Hone. In passato, la maggior parte delle pietre da curling erano fatte di Blue Hone, ma poiché l’isola è diventata una riserva naturale, la cava ha dovuto limitare le estrazioni e proibire le detonazioni.

Al giorno d’oggi, il granito utilizzato per produrre le pietre da curling proviene principalmente dal nord del Galles ed è chiamato Trefor. Questo tipo di granito è disponibile in diverse tonalità, come blu, grigio, rosso e marrone. La cava in Galles che fornisce il granito alla Canada Curling Stone Co. ha un’esclusiva con l’azienda canadese. È una cava attiva e non è previsto l’esaurimento di questo tipo di granito a breve termine. La Canada Curling Stone Co. produce pietre da curling dal 1992. Attualmente, il costo di una singola pietra da curling in Trefor è di circa 600 dollari canadesi l’una.

La famiglia scozzese Kay produce pietre da curling dal 1851 e detiene i diritti esclusivi per il granito di Ailsa Craig, concessi dal Marchese di Ailsa, la cui famiglia possiede l’isola dal 1560. Le ultime estrazioni di granito di Ailsa Craig da parte della famiglia Kay risalgono al 2002 (1500 tonnellate), 2013 (2000 tonnellate) e 2020 (600 tonnellate). La famiglia Kay ha fornito esclusivamente le pietre da curling per tutti i Giochi Olimpici in cui il curling è stato uno sport ufficiale, ad eccezione di Salt Lake City 2002, dove sono state utilizzate anche pietre di Trefor. Un’altra azienda privata che produce pietre da curling è la cinese Tiano Curling Stone, fondata nel 2010.

Recentemente è stato sviluppato un manico elettronico noto come “Eye on the Hog” (“Occhio sulla linea del Maiale), che può essere montato sulle pietre per rilevare le violazioni della hog line, una delle cause più frequenti di controversie durante il gioco. Questi manici rilevano elettronicamente se la mano del giocatore è in contatto con il manico stesso mentre la pietra attraversa la hog line. Il fallo è segnalato dalle luci alla base del manico. L'”Eye on the Hog” elimina l’errore umano e la necessità di avere due arbitri sulle linee stesse. Questa tecnologia è obbligatoria nelle competizioni di alto livello nazionale e internazionale, ma il suo costo, intorno a 650 $ ciascuno, la rende generalmente al di fuori della portata della maggior parte delle strutture.

Scopa da curling

La scopa da curling viene utilizzata per spazzare il percorso della pietra sulla superficie del ghiaccio. Inoltre, spesso viene usata come supporto durante il lancio della stone.

In passato le scope erano fatte di saggina e somigliavano alle scope per la casa. Oggi, le scope “a pennello” hanno sostituito le tradizionali scope di saggina, ma sono ancora comunemente chiamate “scope“. I pad costituiscono la parte terminale delle scope a pennello e possono essere realizzati con stoffa, pelo di animali o sintetico, o crine. I moderni manici delle scope da curling sono generalmente costituiti da tubi cavi in vetroresina o fibra di carbonio. Questi nuovi manici sono più leggeri e resistenti rispetto a quelli tradizionali in legno, il che consente uno spazzamento più rapido e una maggiore forza verso la testa della scopa.

Scarpe

Le scarpe da curling hanno una struttura simile a quella di calzature sportive, ma si differenziano per le suole. Infatti, mentre una scarpa ha una suola progettata per scivolare sul ghiaccio, l’altra ha una suola progettata per aderire alla superficie. La suola che scivola è solitamente realizzata in Teflon, ma ci sono anche opzioni in acciaio inox o PVC di colore rosso mattone. Molti modelli hanno già la suola adatta, ma esistono anche inserti applicabili alle scarpe tramite lacci o elastici. Alcune scarpe presentano anche scivoli composti da due piccoli dischi. Durante il gioco, quando il giocatore non sta tirando, lo scivolo può essere temporaneamente reso non scivoloso utilizzando una “barca“, ossia una suola applicabile sopra la scarpa.

Dall’altra parte, la scarpa progettata per aderire ha una normale suola sportiva o uno strato di materiale gommoso applicato alla suola con uno spessore simile a quello della suola che scivola. La punta della scarpa può avere un rivestimento in gomma o un lembo che sovrasta la punta per ridurre l’usura e l’attrito durante il tiro.

Gioco

Il curling è uno sport suddiviso in mani, in cui le competizioni internazionali sono composte da 10 mani, mentre la maggior parte dei tornei sociali si disputa con 8 mani. Una mano termina quando ogni giocatore di entrambe le squadre ha lanciato due pietre da un’estremità del campo verso la casa del lato opposto, per un totale di 16 pietre. Le ultime mani non vengono giocate se una squadra ha già vinto e gli avversari non possono pareggiare. La squadra con il punteggio più alto alla fine di tutte le mani vince.

In competizioni internazionali, c’è un tempo limite di 73 minuti per squadra per completare tutti i propri lanci, con due timeout concessi di 60 secondi ciascuno. Se ci sono extraend da giocare, ogni squadra ha 10 minuti di tempo per completare i propri lanci, con un timeout aggiuntivo di 60 secondi per ogni extraend. La Coppa del Mondo per club, chiamata World Curling Tour, prevede solo otto mani.

Scivolata

La scivolata è il processo di spinta di una pietra lungo il campo nel gioco dello sport detto curling. Questo processo è influenzato da tre fattori: la forza, la linea e il curl, che possono essere modificati in base alle tattiche di gioco utilizzate.

La forza della pietra dipende principalmente dalla velocità, che viene ottenuta grazie alla spinta delle gambe del giocatore durante il lancio, più che dal movimento del braccio.

Il curl è invece la rotazione della pietra, che permette di impartire una traiettoria curva alla sua corsa.

La linea invece indica la direzione del tiro indipendentemente dall’effetto curl, ovvero la destinazione finale della pietra.

Lo skip, ovvero il caposquadra della squadra di curling, può comunicare la forza, il curl, la linea e altre tattiche durante il gioco, indicandole a voce o utilizzando la scopa per indicare il punto di arrivo della pietra. Nel caso di una guardia, una bocciata o una promozione, le pietre coinvolte vengono indicate dallo skip.

Prima della scivolata, la superficie del ghiaccio viene pulita con la scopa per evitare che eventuali detriti o impurità possano influenzare la traiettoria della pietra.

Nel curling, il lanciatore si occupa di tirare la pietra. Lo skip, situato dall’altra parte del campo, dietro il button, aiuta a decidere la tattica, la forza, la curva e la linea del tiro, mentre gli altri due compagni spazzano davanti alla pietra per influenzare la traiettoria. Quando lo skip tira, il viceskip assume il suo ruolo.

Il lanciatore poggia la scarpa con l’aderenza (che ha una suola antiscivolo) sulla staffa. Per un giocatore di curling destro, è il piede destro a essere posizionato sulla staffa, mentre per un mancino è il sinistro. Il lanciatore si allinea parallelamente alla staffa, con le spalle perpendicolari alla linea di tiro, puntando la scopa dello skip.

La pietra è tenuta con la mano destra per i destri, con la sinistra per i mancini, ed è posta di fronte ai piedi. A seconda della tecnica di lancio, il giocatore può fare diverse scivolate per arrivare in posizione di tiro, con il piede dotato di scivolo sotto il busto e l’altra gamba distesa dietro, piegata. La forza del tiro viene data dalla gamba che spinge e l’affondo della stessa determina la distanza percorsa dalla pietra. Per mantenere l’equilibrio, il giocatore può utilizzare una scopa tenuta nella mano libera.

Nel gioco del curling, il rilascio della pietra deve avvenire prima della hog line, che segna il punto di partenza della zona di gioco. Il curl, ovvero la curva che la pietra descrive lungo il percorso, è ottenuto dalla torsione in senso orario o antiorario della maniglia della stone. Generalmente, se si vuole ottenere il curl in senso orario, la maniglia viene posizionata alle ore 10 e rilasciata alle ore 12, mentre se si vuole il curl in senso antiorario, la posizione iniziale è alle ore 2 e quella finale sempre alle ore 12. La pietra compie in media circa due giri e mezzo prima di fermarsi.

Per rimanere in gioco, la pietra deve attraversare la hog line e fermarsi prima di superare la back line. Tuttavia, se durante il suo percorso la pietra entra in contatto con un’altra stone già in gioco, viene fatta un’eccezione e il sasso rimane comunque in gioco anche se non ha superato completamente la hog line. Per controllare il corretto rilascio della pietra, esiste un sensore chiamato Eye on the Hog, collocato all’interno della pietra, che indica se la stone è stata rilasciata prima della hog line. Se il sensore rileva un rilascio dopo la hog line, le luci sulla pietra diventano rosse e il sasso viene immediatamente eliminato dal gioco.

Spazzata

Nel gioco del curling, dopo che la pietra viene lanciata, la sua traiettoria può ancora essere influenzata dagli scopatori sotto istruzioni dallo skip. Durante lo spazzamento, la pressione e la velocità della spazzola agiscono sul sasso, sciogliendo leggermente il ghiaccio e creando uno strato di umidità che si accumula sotto di esso. Lo spazzamento ha due effetti sulla pietra: riduce l’attrito sotto di essa e diminuisce l’effetto del curl. Le pietre tendono a curvare verso la direzione del curl man mano che rallentano: se viene spazzato subito, il sasso percorrerà una distanza maggiore e il percorso si raddrizzerà, mentre se viene spazzato verso la fine del percorso, il curl aumenterà e la pietra si sposterà lateralmente per una distanza maggiore.

Uno degli aspetti strategici fondamentali nel curling è sapere quando spazzare. Spazzando il ghiaccio davanti alla pietra, di solito essa raggiunge una maggiore distanza e rimane più diritta. In alcune situazioni, uno dei due effetti sulla traiettoria potrebbe non essere desiderabile. Ad esempio, una pietra potrebbe essere troppo veloce, ma bisogna spazzarla per evitare che si impatti con una guardia. La squadra deve quindi prendere una decisione su quale sia la scelta migliore: evitare la guardia ma finire troppo lontani, o colpire la guardia.

Durante una partita di curling, gran parte delle urla provengono dallo skip, che fornisce indicazioni sulla traiettoria del tiro, e dagli spazzatori, che chiamano la velocità. Lo skip valuta la linea e la velocità del tiro, e se necessario, indica agli spazzatori di spazzare per mantenere la traiettoria desiderata. Gli spazzatori, a loro volta, sono responsabili di giudicare la velocità della pietra e comunicare allo skip la corretta intensità. Alcune squadre utilizzano un cronometro per misurare il tempo di percorrenza del sasso tra la linea di tiro e la hogline, al fine di aiutare gli spazzatori a determinare la velocità esatta. Molte squadre utilizzano un sistema numerico per comunicare la zona in cui si prevede che la pietra si fermerà tra le 10 zone giocabili.

Di solito, i due spazzatori si posizionano ai lati opposti della pietra, anche se non è obbligatorio. La velocità e la pressione sono fondamentali per una spazzata efficace. Tenendo la scopa, una mano dovrebbe trovarsi a circa un terzo della lunghezza del manico partendo dalla testa della scopa, mentre l’altra mano dovrebbe trovarsi a un terzo della lunghezza del manico dal lato opposto. L’angolo tra la scopa e il ghiaccio deve consentire di applicare la massima pressione possibile sul ghiaccio. La quantità di pressione può variare, da leggera per evitare che detriti influenzino la traiettoria della pietra, fino a una pressione massima.

Durante il turno della propria squadra, tutti e quattro i membri possono spazzare ovunque sul ghiaccio fino al centro della casa (teeline). Tuttavia, una volta che il bordo anteriore della pietra supera la teeline, solo un giocatore della squadra può spazzare, mentre è consentito a un giocatore dell’altra squadra di farlo. Questo è l’unico caso in cui un membro della squadra avversaria può spazzare una pietra. Secondo i regolamenti internazionali, questo giocatore deve essere lo skip o, se lo skip sta tirando, il vice-skip.

Bruciare una pietra

Toccando accidentalmente una pietra con la scopa o una parte del corpo, i giocatori possono commettere l’errore noto come “bruciare” una pietra. Se si tocca una pietra immobile quando non c’è un tiro in corso, non è considerato una violazione e di solito la pietra viene semplicemente rimessa al suo posto.

Quando una pietra viene toccata durante una partita, ci sono diverse soluzioni possibili. La pietra toccata può essere rimossa o spostata. Secondo le regole, la squadra avversaria dovrebbe posizionare la pietra in modo da svantaggiare la squadra che ha commesso l’errore. Tuttavia, di solito per mantenere un gioco leale, ciò non accade.

Tipi di tiri

Varie tipologie di tiri vengono utilizzate per posizionare le pietre in modo strategico o tattico, e possono essere suddivisi in tre categorie principali:

Guardie: le pietre vengono posizionate di fronte alla casa nella “free guard zone”, di solito per proteggere il punto o rendere difficile il tiro per la squadra avversaria. Le guardie possono essere centrali (center-guard) o laterali (corner-guard) a seconda della strategia adottata.

Punti: le pietre vengono tirate per raggiungere la casa. Questa categoria include le promozioni (spingere altre pietre all’interno della casa o più vicine al centro), gli appoggi (posizionarsi accanto ad altre pietre ferme), le tape-back (spingere una pietra avversaria sotto la linea di teeline) e le congelate o freeze (un posizionamento molto preciso che impedisce alla pietra di essere spostata).

Bocciate: queste pietre sono destinate a rimuovere le pietre dal gioco e includono l’apertura (una bocciata molto forte per liberare il campo dalle guardie), l’hit-and-roll (colpire una pietra avversaria e farla “rotolare” dietro le guardie) e le doppie (bocciate che coinvolgono più pietre).

Free Guard-Zone

La Free Guard-Zone è una regola del curling che viene applicata fino a quando le prime quattro pietre non vengono giocate (due per ogni squadra). Durante questo periodo, le pietre a guardia, che sono le pietre rimaste nella zona tra l’hogline e la casa, non possono essere rimosse da una pietra avversaria. Se accidentalmente un avversario colpisce una di queste pietre a guardia, essa viene riposizionata nello stesso punto e la pietra avversaria viene rimossa dal gioco. Se invece una squadra boccia una delle proprie pietre a guardia durante il proprio tiro, il tiro viene considerato valido.

La regola della Free Guard-Zone è stata originariamente proposta da Russ Howard per un torneo a Moncton, nel Nuovo Brunswick, nel 1991, che offriva il premio più ricco mai assegnato fino a quel momento. La regola, conosciuta anche come Regola di Howard o Regola Moncton, stabiliva che le prime quattro pietre in gioco non potessero essere rimosse dall’avversario fino al quinto tiro, indipendentemente dalla loro posizione. Successivamente, questa regola è stata leggermente modificata e adottata come Free Guard-Zone per le competizioni internazionali. In Canada, la Free Guard-Zone è stata estesa alle prime tre pietre dalla stagione 1993-94 alla 2002-03, ma successivamente è stata sostituita con la regola standard delle quattro pietre dalla Canadian Curling Association. Durante questo periodo, le squadre canadesi utilizzavano il sistema delle tre pietre nei campionati nazionali, mentre nelle competizioni internazionali (anche quelle disputate in Canada) veniva adottata la Free Guard-Zone delle quattro pietre.

Questa regola, introdotta relativamente di recente nel curling, è stata implementata in risposta a una strategia chiamata “peeling” o “sbucciamento“. Tale strategia consiste nel giocare senza pietre in gioco, in cui la squadra con il “martello” (l’ultimo tiro) spazza via tutte le pietre dell’avversario e rimuove dal campo l’ultimo tiro della mano, segnando l’unico punto. Questa tattica, se adottata da una squadra in vantaggio, avrebbe quasi sicuramente portato alla vittoria. Questa strategia è stata sviluppata principalmente in Canada, dove le macchine per il ghiaccio erano in grado di creare campi da gioco molto uniformi e prevedibili. L’utilizzo di scope a pennello consentiva un maggiore controllo sul movimento delle pietre. Tuttavia, questa strategia ha reso il gioco meno emozionante e, nel 1990, il Tim Hortons Brier è stato considerato noioso da molti appassionati di curling a causa dell’ampio ricorso alla tattica del peeling. Ciò ha portato all’adozione immediata e ben accolta della “Free Guard-Zone“.

Una contromossa sviluppata dai giocatori di curling come risposta alla Free Guard-Zone, con Kevin Martin dell’Alberta come uno dei migliori esempi, è chiamata “spaccata” (o anche “split” o “teak”). In questa tattica, vengono effettuati tiri mirati a spostare la pietra di guardia avversaria lateralmente, rendendola abbastanza lontana da renderne difficile o impossibile l’utilizzo, ma mantenendola comunque in gioco. La pietra lanciata viene invece rimossa dal gioco. L’effetto è funzionalmente identico al peeling, ma molto più difficile da eseguire. Se la pietra colpisce la guardia troppo forte e la spinge fuori dal campo, la guardia viene rimessa nella sua posizione originale. Se la pietra non è abbastanza forte e entrambe le pietre rimangono in gioco, si crea una situazione tatticamente vantaggiosa per l’avversario. Inoltre, c’è una maggiore probabilità di mancare completamente la guardia a causa della precisione richiesta per effettuare il tiro. A causa della difficoltà oggettiva di questa strategia, solo le squadre più esperte di solito cercano di utilizzarla, anche se risulta meno dominante rispetto al peeling.

Martello

Il martello rappresenta l’ultima pietra di una mano nel curling. Prima dell’inizio della partita, le squadre decidono chi avrà il martello tramite accordo o attraverso un’estrazione casuale come un lancio di moneta, oppure attraverso un draw-to-the-button. Quest’ultimo metodo prevede che un rappresentante di ciascuna squadra tiri una singola pietra cercando di avvicinarla il più possibile al centro della casa (chiamato “button” in inglese). Nei tornei disputati ai Giochi Olimpici Invernali, il possesso del martello può essere determinato anche da un confronto storico di tre vittorie-sconfitte tra le squadre.

Nelle mani successive, il martello appartiene alla squadra che non ha segnato punti nella mano precedente. Se nessuna delle due squadre segna punti, il martello rimane con la stessa squadra. Naturalmente, è più facile segnare punti quando si ha il martello rispetto a quando non si ha, quindi durante un torneo, la squadra che lo possiede cerca di segnare due o più punti. Se la possibilità di segnare solo un punto è presente, lo skip (capitano della squadra) spesso cerca di ottenere una “mano nulla“, ovvero una situazione in cui nessuna delle due squadre segna punti, così da mantenere il martello per la mano successiva, in cui cercherà di segnare due o più punti. Segnare punti senza il martello è chiamato comunemente “rubare una mano” ed è molto più difficile da realizzare.

Strategia

La strategia nel curling richiede abilità tattiche e di pensiero strategico. La scelta della strategia dipende da diversi fattori, come le capacità del proprio team, le abilità degli avversari, le condizioni del ghiaccio, il punteggio del gioco, il numero di mani rimanenti e se si ha o meno il vantaggio dell’ultima pietra (il martello). Una squadra può optare per una strategia aggressiva o difensiva.

Una strategia aggressiva implica il mantenimento di molte pietre in gioco, aumentando il rischio, ma offrendo anche la possibilità di segnare molti punti (anche per l’avversario). Una strategia difensiva, invece, mira a limitare il numero di pietre in gioco, riducendo il rischio. Una squadra che punta alla precisione di gioco tende generalmente ad adottare una strategia aggressiva, mentre una squadra che preferisce tiri più sicuri opta spesso per una strategia difensiva.

Se una squadra non ha il martello in una mano, cercherà di bloccare l’area centrale del campo (conosciuta come “four-foot zone”) per impedire all’avversario di avvicinarsi ai cerchi centrali della casa. Ciò viene fatto posizionando le prime due pietre come guardie centrali vicino alla linea centrale del campo. D’altra parte, se una squadra ha il martello, cercherà di mantenere libera la “four-foot zone” per avere sempre accesso all’area centrale. In questo caso, la squadra cercherà di posizionare le prime due pietre come guardie laterali. Queste guardie laterali sono utilizzate per creare opportunità di segnare due o più punti in una mano, in quanto è possibile tirare una pietra laterale che, grazie alla curvatura del ghiaccio, può nascondersi dietro la guardia, rendendo più difficile per la squadra avversaria colpire la pietra.

Idealmente, la strategia di una squadra con il martello in una mano è quella di segnare almeno due punti. Segnare solo un punto è spesso considerato un’opportunità sprecata, poiché si perde il vantaggio del martello nella mano successiva. Se una squadra non è in grado di segnare due punti, spesso si opta per una mano nulla, cercando di eliminare tutte le pietre dell’avversario in modo che entrambe le squadre non segnino punti. In alternativa, se non ci sono pietre avversarie, si può lanciare la pietra oltre la casa, in modo che nessuna squadra segni punti e la squadra con il martello lo mantenga nella mano successiva. In generale, una squadra senza il martello cercherà di forzare l’avversario a segnare solo un punto (in modo che possano ottenere il martello nella mano successiva) oppure cercherà di rubare la mano segnando uno o più punti.

In generale, quanto maggiore è il vantaggio di una squadra, più essa giocherà in modo difensivo, cercando di eliminare tutte le pietre avversarie e negando loro l’opportunità di segnare più di un punto, per mantenere il vantaggio. Al contrario, una squadra in svantaggio adotterà una strategia più aggressiva, cercando di nascondersi dietro le guardie e spingendo le pietre avversarie nella parte posteriore della casa, utilizzando un tiro noto come “tape-back” se si trovano davanti alla linea di tee, o appoggiandosi ad esse se si trovano dietro la linea di tee. Una pietra congelata (freeze) è difficile da rimuovere, poiché è a contatto diretto con la pietra avversaria.

Risoluzione delle controversie

Nella maggior parte dei casi, le decisioni vengono prese dai due skip, sebbene nei tornei ufficiali le decisioni possano essere affidate agli arbitri. Tuttavia, tutte le controversie riguardanti i punteggi sono gestite dai vice-skip. Durante la determinazione del punteggio, non devono essere presenti altri giocatori oltre ai due vice-skip in campo. Durante un torneo, la situazione più comune in cui una decisione deve essere presa da qualcuno diverso dal vice-skip è quando i due non riescono a concordare quale pietra sia più vicina all’area centrale (button). In tal caso, viene chiamato un giudice indipendente (supervisore in Canada e ai campionati del mondo), che utilizza un dispositivo appositamente progettato per misurare le distanze dal centro del button. Quando non sono disponibili giudici indipendenti, sono i vice-skip stessi a misurare le distanze.

Punteggio

La squadra vincitrice viene determinata in base al maggior numero di punti accumulati al termine di 8 o 10 mani. I punti vengono assegnati al termine di ogni mano nel seguente modo: una volta che entrambe le squadre hanno lanciato le loro 8 pietre, la squadra il cui sasso si trova più vicino alla zona centrale vince la mano. Inoltre, alla squadra vincente viene assegnato un punto per ogni pietra che si trova nella casa più vicina al bottone della pietra avversaria più prossima al centro. La posizione delle pietre che si trovano oltre quella dell’avversario non influisce sul punteggio.

Solo le pietre che si trovano nella casa vengono considerate per il punteggio. Una pietra si trova nella casa se si trova all’interno dell’anello esterno. Poiché la base delle pietre è arrotondata, una pietra appena dentro la casa non avrà un contatto diretto con l’anello, che passerà sotto il bordo arrotondato della pietra, ma viene comunque conteggiata. Questo tipo di pietra viene comunemente definito come “mordente” gli anelli.

Non è immediatamente evidente quale delle due rocce sia più vicina al button (centro) o se una roccia effettivamente morda i cerchi. Esistono dispositivi di misurazione specifici, ma non possono essere utilizzati in campo fino alla fine della mano. Pertanto, durante una mano, una squadra può prendere decisioni strategiche basandosi solo sulla percezione visiva, anche se queste possono rivelarsi errate.

Il punteggio viene segnato su un tabellone, che esiste in due tipologie: il tabellone baseball e il tabellone club.

Il “tabellone baseball” è stato creato per scopi televisivi, per un pubblico che non è familiare con il tabellone club. Le mani sono contrassegnate da colonne da 1 a 11 (10 regolari più la possibilità di una mano supplementare, nota anche come extraend) e una colonna aggiuntiva per il totale. Sotto di esse ci sono due file, una per ogni squadra, che mostrano il punteggio ottenuto dalla squadra in ogni mano, e i due punteggi totali riportati nell’ultima colonna a destra.

Il “tabellone club tradizionale” viene utilizzato nella maggior parte dei club di curling. Ha una fila centrale numerata che rappresenta il punteggio totale di ciascuna squadra. Ci sono anche due file aggiuntive sopra e sotto la fila del punteggio, che indicano le squadre e i numeri in queste file rappresentano la mano in cui ogni squadra ha ottenuto il punteggio cumulativo. Ad esempio, se la squadra rossa ottiene tre punti nella prima mano, il cartellino 1 viene posizionato sopra il numero 3 nella fila della squadra rossa. Se la stessa squadra ottiene altri due punti nella seconda mano, il cartellino 2 viene posizionato sopra il numero 5 nella fila della squadra rossa, indicando che la squadra rossa ha un totale di cinque punti (3 nella prima mano + 2 nella seconda). Questo sistema di punteggio funziona perché solo una squadra può ottenere punti in una mano. Tuttavia, può sorgere confusione quando viene giocata una mano senza punteggio. I numeri delle mani senza punteggio di solito vengono posizionati nella colonna a destra nella fila della squadra che ha il martello (vantaggio dell’ultima pietra), o in uno spazio dedicato alle mani senza punteggio. Per segnare sul tabellone, sono necessari solo fino a 11 cartellini numerati, mentre con il sistema di punteggio tipo baseball sono necessari molti cartellini con lo stesso numero (soprattutto numeri bassi come 1).

Il punteggio massimo ottenibile in una singola mano è 8, che corrisponde a tutte le pietre di una squadra. Segnare otto punti in una mano contro una squadra abbastanza competente è molto difficile nel curling ed è considerato l’equivalente del Perfect game nel baseball. Questa situazione è chiamata “pupazzo di neve“. Uno dei pupazzi di neve più famosi si è verificato nel 2006 ai Players Championships, una prova di Coppa del Mondo e del Grande Slam di curling. Kelly Scott, futura campionessa del mondo nel 2007, ha segnato otto punti in una delle sue partite contro Cathy King, medaglia di bronzo mondiale nel 1998.

Cultura del curling

Nel curling, durante i tornei, le squadre vengono solitamente identificate con il cognome dello skip, ad esempio “Team Martin” per lo skip Kevin Martin. Altrimenti, le squadre possono prendere il nome del club di appartenenza o della divisione amministrativa che rappresentano, come avviene in Canada.

I campionati di curling di alto livello solitamente coinvolgono squadre composte esclusivamente da uomini o da donne. Quando una squadra è composta da due uomini e due donne, il gioco è noto come curling misto. Il campionato canadese misto di curling rappresenta la competizione di più alto livello in questa categoria, seguito dai campionati europei misti di curling. Ai Giochi olimpici, tuttavia, non è presente una categoria mista nel curling.

Il curling gode di particolare popolarità in Canada. Miglioramenti nella qualità del ghiaccio e modifiche al regolamento, finalizzati ad aumentare la competitività e promuovere la strategia complessa, hanno contribuito ad accrescere la già elevata popolarità di questo sport nel paese. I grandi appassionati seguono le trasmissioni televisive annuali dei principali eventi di curling, come il Torneo dei Cuori (Scotties Tournament of Hearts, il campionato nazionale femminile), la Tim Hortons Brier (il campionato nazionale maschile) e i campionati mondiali di curling.

Nonostante la popolazione limitata della provincia canadese del Manitoba (che si posiziona al quinto posto tra le dieci province canadesi), le squadre provenienti dal Manitoba hanno vinto circa un terzo delle edizioni del Brier. Il Torneo dei Cuori e il Brier vedono sfidarsi i campioni dei campionati provinciali canadesi, mentre i campioni nazionali partecipano ai campionati mondiali.

Durante la fine degli anni ’50 e ’60, Ernie Richardson della provincia dello Saskatchewan e la sua famiglia hanno dominato il curling canadese e internazionale, venendo considerati i migliori giocatori di curling di tutti i tempi. Nel 1998, Sandra Schmirler ha guidato la sua squadra alla prima medaglia d’oro nel curling femminile alle Olimpiadi invernali. Dopo la sua morte due anni dopo a causa del cancro, più di 15.000 persone hanno partecipato al suo funerale, che è stato trasmesso in diretta dalla televisione nazionale.

Uno sport amatoriale

Anche se ci sono tornei di curling in Canada che offrono premi in denaro, sono pochi i giocatori che si dedicano professionalmente a questo sport a tempo pieno. La maggior parte dei giocatori di curling non guadagna abbastanza da considerarlo una professione, nonostante la reintroduzione del curling nel programma dei Giochi olimpici invernali nel 1998 con tornei maschili e femminili. Alcuni giocatori riescono comunque a ottenere una parte significativa del loro reddito dal curling, ma la maggioranza pratica questo sport a livello amatoriale.

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