Le Paralimpiadi sono l’equivalente dei Giochi olimpici per atleti con disabilità fisiche, sensoriali e psichiche
Cosa sono le Paralimpiadi. Le Paralimpiadi, pensati come Olimpiadi parallele, prendono il nome dalla fusione del prefisso “para” con la parola “Olimpiade“. Seguono, appunto, le Olimpiadi, e sono l’evento sportivo internazionale dedicato agli atleti con disabilità fisiche, sensoriali e psichiche.
Le Paralimpiadi si svolgono ogni 2 anni (dopo le Olimpiadi estive e le Olimpiadi invernali), e il logo è diverso dai 5 cerchi olimpici: consiste in 3 segni (o virgole), 1 rosso, 1 blu e 1 verde.
La storia delle Paralimpiadi
Le Paralimpiadi sono nate nel 1948, a Stoke Mandeville (Gran Bretagna), quando il neurochirurgo tedesco Ludwig Guttmann, durante le Olimpiadi di Londra, inaugurò i primi giochi per persone disabili mielolese (con lesioni al midollo spinale che causano paralisi): 14 uomini e 2 donne si confrontarono nella disciplina del tiro con l’arco.
L’idea alla base di questa iniziativa era del recupero psico-fisico e sociale di persone con disabilità permanente attraverso l’attività sportiva, senza bisogno di farmaci come la morfina (sostanza molto usata nella medicina dell’epoca, era in grado di ridurre il dolore ma stordiva e rendeva dipendente chi ne faceva uso ricorrente).
Nel 1948 organizzò la Stoke Madeville Games, per veterani di guerra con danni alla colonna vertebrale e nel 1952 anche atleti olandesi parteciparono ai giochi, conferendovi un carattere internazionale.
Nel 1958 il medico italiano Antonio Maglio, che dirigeva il centro paraplegici dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), propose a Guttmann di disputare l’edizione del 1960 a Roma. L’anno era lo stesso delle XVII Olimpiadi. Così la nona edizione internazionale degli Stoke Mandeville Games divenne la nona edizione dei “Giochi Internazionali per Paraplegici“. Per la prima volta nella storia i giochi olimpici e paralimpici si disputavano nella stessa città. L’8 settembre, nello stadio dell’Acquacetosa, 400 atleti in carrozzina (in rappresentanza di 23 paesi) sfilarono davanti a 5000 spettatori.
Sempre nel 1960, i contatti che Guttmann ebbe a Roma con la delegazione giapponese fecero sì che Tokyo ospitasse i Giochi Internazionali di Stoke Mandeville del 1964, in concomitanza ancora con le Olimpiadi.
L’abbinamento avrebbe dovuto ripetersi anche nel 1968 a Città del Messico, ma il progetto non andò in porto per il mancato sostegno del governo messicano. Così, lo Stato di Israele si offrì di ospitare l’edizione del 1968, come parte delle celebrazioni per il ventesimo anniversario della nascita dello Stato.
I Giochi di Stoke Mandeville furono di nuovo ospitati nei Giochi olimpici nel 1972 in Germania e nel 1976 in Canada.
L’esperienza fu, poi, estesa agli sport invernali: le prime Paraolimpiadi Invernali furono tenute in Svezia nel 1976.
Nel 1984, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) varò la denominazione di “Giochi Paraolimpici“.
Come si svolgono i Giochi paralimpici
Gli atleti che partecipano ai Giochi paralimpici sono divisi in 10 categorie (in base al tipo di disabilità). La categoria di appartenenza determina contro quali atleti si compete e a quali sport si partecipa. Alcuni sport sono aperti a più categorie, mentre altre sono ristrette ad una sola.
Disabilità fisica
Ci sono 8 differenti tipologie:
- Potenza muscolare: la forza generata da un muscolo, dai muscoli di un arto o di una parte del corpo è ridotta.
- Movimento ridotto: il range del movimento di uno o più giunti articolari è ridotto in modo sistematico.
- Perdita o deficit di un arto: totale o parziale assenza di ossa o articolazioni dovuta a parziale o totale amputazione, causata da malattie, traumi o deficit congeniti come la micromelia.
- Differenza di lunghezza delle gambe: lunghezza differente significativa di un osso di una gamba dovuta a deficit o trauma.
- Statura bassa: statura ridotta a causa delle gambe, delle braccia o del tronco più corti a causa di deficit muscolo-scheletrici o relativi alle strutture ossee o cartilaginee.
- Ipertonia: l’ipertonia è una crescita abnorme nella tensione muscolare e una capacità ridotta del muscolo di distendersi.
- Atassia: l’atassia consiste nella mancanza di coordinazione del movimento muscolare dovuta per esempio ad una paralisi cerebrale o all’atassia di Friedreich.
- Atetosi: l’atetosi è caratterizzata generalmente da un movimento non bilanciato, involontario, e al mantenimento difficoltoso di una postura simmetrica dovute per esempio ad una paralisi cerebrale o alla coreoatetosi.
Disabilità visive
Gli atleti appartenenti a questa categoria soffrono di disabilità visive parziali, ma sufficienti da essere considerati legalmente ciechi, o totali.
Disabilità intellettive
Gli atleti appartenenti a questa categoria soffrono di significativi deficit nelle funzioni intellettive e limitazioni associate. Il Comitato Paralimpico Internazionale si occupa prevalentemente di disabilità fisiche, ma ad alcuni Giochi Paralimpici vi sono stati eventi per atleti con disabilità intellettive.
Giochi paralimpici estivi
- Atletica leggera paralimpica
- Boccia
- Calcio a 5 per ciechi
- Calcio a 7-un-lato
- Canoa paralimpica
- Canottaggio paralimpico
- Ciclismo paralimpico (su strada e su pista)
- Equitazione paralimpica
- Goalball
- Judo paralimpico
- Nuoto paralimpico
- Pallacanestro in carrozzina
- Sitting volley
- Pesistica paralimpica
- Rugby in carrozzina
- Scherma in carrozzina
- Tennis in carrozzina
- Tennistavolo paralimpico
- Tiro a segno paralimpico
- Tiro con l’arco paralimpico
- Triathlon paralimpico
- Vela paralimpica
Giochi paralimpici invernali
- Biathlon paralimpico
- Curling in carrozzina
- Hockey su slittino
- Sci alpino paralimpico
- Sci di fondo paralimpico
- Parasnowboard
- Parabob
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