Sono tantissime le donne italiane che ricorrono alla fecondazione assistita

Nel 2019 sono 78.618 le coppie che si sono rivolte ai centri di Procreazione medicalmente assistita, 1.109 in più rispetto all’anno prima

Sono tantissime le donne italiane che ricorrono alla fecondazione assistita
Sono tantissime le donne italiane che ricorrono alla fecondazione assistita. Secondo l’ultima relazione del ministero della Salute, che fa riferimento al 2019: sono 78.618 le coppie che si sono rivolte ai centri di Procreazione medicalmente assistita (Pma). 1.109 in più rispetto all’anno prima. Erano quasi 71 mila nel 2014. Sono, quindi, in totale 14.162 i nati con le tecniche di procreazione assistita (il 3,4% degli oltre 420 mila nati nell’anno), in aumento rispetto ai 14.139 nel 2018.

Maurizio Bini, responsabile per la diagnosi e terapia della sterilità e crioconservazione del Niguarda di Milano, ha spiegato che “l’età però gioca il ruolo determinante. Nel mondo le donne che si rivolgono alla fecondazione artificiale con l’età più avanzata sono proprio quelle italiane: il basso tasso di successo del nostro Paese, nonostante la qualità dei centri, è prevalentemente collegato a questo fattore. Il nostro numero delle donne sopra i 40 anni che provano con la fecondazione artificiale è il più alto in Europa“.

La crescita delle coppie che si rivolgono ai centri specializzati per la fertilità “è determinata da due fattori. In primo luogo sono coppie che hanno provato poco ad avere un figlio: una volta si attendeva un anno, ora 2 mesi. Sono coppie in là con l’età, che avevano già rinunciato ai figli. Aggiungiamo poi i fattori di inquinamento ambientali che aumentano l’infertilità“.

A pesare molto sono le politiche per la famiglia: “Il fatto che le condizioni ottimali per pensare ai figli siano sempre più difficili da ottenere porta le donne ad attendere di più. Servono delle tutele sul lavoro, bisogna assicurare sempre il reintegro della donna che ha avuto un figlio, oltre ad aiuti concreti in linea con il costo della vita: non bastano 50 euro al mese per spingere le persone ad avere i figli prima“.

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