Il virus Nipah, comparso nel 1998 in Malesia e proveniente dai pipistrelli della frutta, sta contagiando parte dell’India
Perché fa così paura il virus Nipah. Dal giugno del 2020 alcuni virologici e soprattutto l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) stanno allertando le principali autorità sanitarie mondiali per via di un virus che si sta diffondendo in alcune parti dell’India. Si tratta del cosiddetto “virus Nipah“, già comparso nel 1998 in Malesia, e che sembrerebbe provenire dai pipistrelli della frutta. La comunità scientifica ritiene che la maggior parte dei casi provenga da avvelenamenti causati dal consumo di succo di palma da dattero, molto diffuso in India (i pipistrelli si rifugiano in questi alberi).
Cos’è il virus Nipah
L’infezione da virus Nipah è una malattia “zoonotica” che viene trasmessa alle persone dagli animali, ma può essere trasmessa anche attraverso alimenti contaminati o direttamente da persona a persona.
Sebbene questo virus abbia causato solo pochi focolai in Asia, infetta moltissimi animali e causa gravi malattie e morte nelle persone. Infatti, ciò che preoccupa di questo virus sono l’elevata contagiosità e l’alto tasso di mortalità (tra il 40% e il 75%).
I sintomi del virus Nipah
I sintomi vanno dall’infezione asintomatica (subclinica) alla malattia respiratoria acuta e fino a convulsioni e encefalite fatale (si verificano nei casi gravi, progredendo fino al coma entro 24-48 ore).
Il periodo di incubazione va da 4 a 14 giorni (ma è stato riportato un periodo di incubazione fino a 45 giorni). Inizialmente, le persone infette sviluppano sintomi come febbre, mal di testa, mialgia, vomito, mal di gola, vertigini, sonnolenza, alterazione dello stato di coscienza e segni neurologici che indicano un’encefalite acuta.
Alcune persone possono anche sperimentare una polmonite atipica e gravi problemi respiratori (incluso distress respiratorio acuto). Inoltre, gli esperti dicono che questo virus è in grado di danneggiare gravemente il cervello, lasciando importanti conseguenze neurologiche.
La maggior parte delle persone si riprende completamente, ma sono stati anche segnalati alcuni casi di ricaduta.
Come si contrasta o si previene il virus Nipah
Al momento non esistono farmaci o vaccini contro il virus Nipah. L’infezione, quindi, può essere prevenuta solo evitando l’esposizione a suini e pipistrelli malati, evitando il consumo di frutta mangiucchiata da pipistrelli infetti, di bere succo di palma da dattero grezzo o bevande che lo contengono. Invece, il rischio di trasmissione internazionale attraverso frutta contaminata può essere prevenuto lavando accuratamente la frutta e sbucciandola prima del consumo.
La prima epidemia in Malesia (1998)
Nella prima epidemia che ha colpito la Malesia nel 1998, la maggior parte delle infezioni umane è derivata dal contatto diretto con i suini malati o con i loro tessuti contaminati. La trasmissione potrebbe, quindi, essere avvenuta tramite esposizione non protetta alle secrezioni dei suini, o contatto non protetto con il tessuto di un animale malato.
Nelle successive epidemie in Bangladesh e in India, il consumo di frutta e prodotti a base di frutta (come il succo di palma da dattero crudo) contaminati da urina o saliva da “pipistrelli della frutta” infetti sarebbe la fonte più probabile di infezione.
L’epidemia in India (2018)
L’epidemia del 2018 è stata localizzata in 2 distretti dello Stato del Kerala: Kozhikode e Malappuram.
Il 19 maggio del 2018 sono stati segnalati 3 decessi dovuti all’infezione da NiV (Nipah). Il 17 luglio del 2018 sono stati segnalati 19 casi in totale (inclusi 17 decessi). Dal 1° giugno del 2018 non è stato segnalato nessun nuovo caso o decesso. Poi, dal 30 luglio nello Stato del Kerala la trasmissione interumana di NiV è stata controllata.
Si è trattata della prima epidemia da NiV segnalata nello Stato del Kerala, ma la terza di NiV verificatasi in India: le 2 precedenti epidemie hanno avuto luogo nello Stato del Bengala Occidentale nel 2001 e nel 2007.
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